LA TRAGICA FINE DI NIETZSCHE
- riccigianfranco199
- 24 ago 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Gli ultimi anni di Nietzsche sono segnati dalle ombre della malattia e della follia.
In particolare, è con la crisi del 3 gennaio 1889 che ha inizio il periodo più oscuro e controverso della vita del filosofo.

Nietzsche si trovava allora a Torino, città che amava: vedendo un cavallo fustigato brutalmente dal suo padrone, Nietzsche protestò vivamente, abbracciando e baciando l’animale, per poi stramazzare a terra, in preda alle convulsioni.
Negli anni successivi, le condizioni del filosofo si aggravarono sempre più: i continui ricoveri in cliniche in Svizzera e Germania (fu, tra l’altro, paziente di Otto Binswanger, celebre psichiatra), videro una progressiva chiusura, una perdita sempre più marcata dell’uso della parola e di ogni forma di autonomia.
In molti si sono interrogati sulle ragioni del declino e della follia del filosofo dell’“eterno ritorno”: si è trattato delle conseguenze della sifilide? La famiglia di Nietzsche ha sempre rifiutato con forza questa ipotesi, per lo stigma morale legato a questa patologia.
Si è trattato forse di una forma di demenza progressiva o di qualche altra forma di patologia cerebrale? All’epoca non erano disponibili i mezzi di indagine che oggi permetterebbero di confermare questa ipotesi.
Oppure è stato l’effetto dell’avvelenamento da mercurio e da arsenico, a lungo utilizzati come medicamenti per la sifilide? Il dibattito e la ricerca sulle ragioni del “crollo” di Nietzsche resta ancora aperto.

Negli ultimi anni, oramai in stato catatonico, visse accudito dalla sorella, Elizabeth, in un casa in Turingia, Germania. Morirà il 25 agosto del 1900 per le conseguenze di una polmonite.
Seppur ormai avvolto dalle nebbie della follia, nei suoi ultimi anni Nietzsche doveva aver intuito il dibattito che i suoi libri avevano cominciato a suscitare in Europa. Anche la Psicoanalisi, “nata” proprio nel 1900 con la pubblicazione dell’“Interpretazione dei sogni”, deve molto al pensiero di Nietzsche.

Il rifiuto di una dimensione universale e ontologica dei valori religiosi e morali è al centro del pensiero di Nietzsche: essendo delle costruzioni umane, anche i valori possono sorgere e tramontare, una volta compiuto il loro corso ed esaurita la ragione della loro affermazione.
Così, anche il concetto di “eterno ritorno”, ripreso dalla filosofia greca, interroga la psicoanalisi sul versante del desiderio: agire in conformità al proprio desiderio è un principio tanto distante dall’invito di Nietzsche a vivere come se fossimo chiamati a ripetere in eterno le nostre azioni?
Il richiamo di Nietzsche all’esplorazione del profondo ha interrogato molti psicoanalisti, tra cui Otto Rank e Carl Gustav Jung. Di alcuni aspetti dell'opera di Jung ne abbiamo parlato in questo articolo.
La massima di Nietzsche, contenuta in “Al di là del bene e del male”:
“Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro.
E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te.”
costituisce un potente monito rispetto all’esplorazione delle dimensioni profonde e inconsce che si celano al di là della superficie della coscienza. Lo stesso Jung dedicherà lunghi anni al commento e allo studio dell’opera più famosa di Nietzsche, “Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno”, pubblicato nella sua prima edizione nel 1883.

Più recentemente, il nichilismo di Nietzsche è stato ripreso dal filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti, per rendere conto della crisi di valori che attraversa la società contemporanea: ne “L’ospite inquietante”, pubblicato nel 2007, Galimberti riprende l’idea Nietzschiana del tramonto dei valori (a partire da quelli tradizionali) sottolineando come nella società moderna non vi sia più stata una sostituzione di valori vecchi con altri nuovi; al tramonto del vecchio mondo non sarebbe corrisposto il sorgere di una nuova visione di una nuova prospettiva che possa andare “al di là” del mero consumismo della società capitalistica. Da ciò deriverebbe il senso di vuoto e di insensatezza della vita che colpisce, in particolare, i giovani del mondo di oggi.

Per approfondire:
-Nietzsche – Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno;
-Jung – Lo Zarathustra di Nietzsche;
-Yalom – Le lacrime di Nietzsche;
-Galimberti – L’ospite inquietante.
Il pensiero di Nietzsche ha profondamente influenzato la filosofia, l’arte, la psicologia e la psicoanalisi. Tragicamente, anche la politica ha cercato di fare uso del pensiero di Nietzsche piegandolo ai suoi scopi. Basti pensare alla distorsione nazista della figura dell’Oltreuomo teorizzato da Nietzsche ne lo “Zarathustra”.

Ritratto di Nietzsche ad opera di Munch (1906)
La produzione di Nietzsche è vasta e articolata, difficile da riassumere.
Nella sua prima grande opera, “La nascita della tragedia”, Nietzsche, grande studioso della classicità greca, individua due “anime”, due spiriti che attraversano la grecità: lo spirito apollineo, formale ed elegante, e quello dionisiaco, brutale, pulsionale e vitalistico.
Questo dualismo tra spinte opposte influenzerà in modo decisivo molte concezioni successive, tra cui la teoria freudiana della pulsione di vita e di morte, presente in “Al di là del principio del piacere” di Freud (1920).
Nietzsche ha ribadito con forza la necessità di riappropriarsi di quanto di “dionisiaco” nell’uomo sia presente e ignorato, da Socrate in poi. Il trionfo dello “spirito apollineo” avrebbe segnato l’inizio della corruzione dello spirito dell’uomo greco, segnando una scissione irrimediabile nel suo spirito e nel contatto con le forze profonde che lo animano.
Anche la letteratura moderna è stata ispirata dal pensiero e dalla vita di Nietzsche: Irvin Yalom, noto psichiatra e scrittore americano, ha dedicato uno dei suoi romanzi alla figura di Nietzsche: ne “Le lacrime di Nietzsche” (1992), Yalom racconta di un ipotetico tentativo di trattare la follia di Nietzsche da parte di Joseph Breuer, su invito di una conoscenza comune la celebre Lou Von Salomé, scrittrice e psicoanalista. Il rapporto tra Breuer e Nietzsche, frutto della fantasia si Yalom, è il pretesto per sondare le profonde ragioni culturali, filosofiche ed esistenziali che legano la figura del filosofo alla nascita della psicoanalisi e della psicologia del profondo.
Di Yalom abbiamo parlato in questo articolo.

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