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PSICOANALISI E MAGIA

“Mistica: l'oscura autopercezione del mondo che è al di fuori dell'Io, dell'Es.”

Sigmund Freud

(Risultati, idee, problemi)

1938


La rottura tra Freud e Jung ha scosso come un terremoto la nascente Psicoanalisi.


Se Jung era stato inizialmente scelto da Freud come suo “delfino”, le loro strade si separarono per sempre nel 1912.


Tuttavia, la distanza tra i due non era legata “solo” alla diversa concezione della libido.


Sigmund Freud, in baso a sinistra, e Carl Gustav Jung, in basso a destra


Jung, a differenza di Freud, rifiutava l’idea che la libido fosse di matrice sessuale, vedendola come una forma di energia psichica indifferenziata, presente potenzialmente in molte forme diverse.


Tra i temi che divisero questi due grandi della psicoanalisi, vi è anche il rapporto con la magia.


Freud vedeva nel misticismo e nei fenomeni soprannaturali delle costruzioni artificiose, delle finzioni ideate per ingannare.


Anche laddove questi fenomeni fossero vissuti con convinzione e sincerità, per Freud si trattava di fenomeni spiegabili razionalmente, dal punto di vista psichico.


I fenomeni soprannaturali quindi, per Freud, fanno parte di costruzioni psichiche e ad esse vanno ricondotti, facendo emergere la dimensione di inganno che essi comportano.

Freud spiegherà nel dettaglio la propria posizione in opere come “Totem e Tabù” (1913).


La magia e i fenomeni soprannaturali non sarebbero che componenti di una costruzione, come gli elementi di un sogno. La loro unica utilità quindi è decodificarli e mostrare quali impulsi inconsci hanno portato alla loro elaborazione.


La risposta ai fenomeni paranormali quindi non andrebbe cercata nella mente e nell’inconscio di chi ne fa esperienza, non nel mondo.

Ecco quindi spiegato l’aforisma di Freud: la mistica sarebbe il modo tramite cui l’Es ha autopercezione di sé, fuori dalle logiche dell’Io.


Per Jung invece era necessario approfondire le religioni, il misticismo e la magia non come costruzioni psichiche, ma come possibili fenomeni determinati dall’energia psichica.


La visione junghiana quindi non vede nella mente il luogo nelle quali vengono formate delle costruzioni in seguito proiettate all’esterno.


Per Jung, il confine tra inconscio personale, collettivo e natura è molto labile. Per questo è possibile osservare fenomeni singolari, come la sincronicità;


La concezione junghiana vede nelle coincidenze, nei fenomeni soprannaturali e nel misticismo un fenomeno psichico che collega l’uomo al resto degli esseri viventi: questo aprirebbe quindi ad un’esplorazione di questo mondo dall’interno, diversamente da quanto ipotizzato da Freud.


Le diverse posizioni di Freud e Jung riflettono anche i loro differenti interessi: ad esempio, se per Freud il mito era una metafora per spiegare un fenomeno psichico, per Jung il mito può essere inteso come una costruzione inconscia collettiva, diretta emanazione di quel fenomeno psichico.


Abbiamo approfondito la rottura tra Freud e Jung in questo articolo.


Per approfondire:

- Freud - Totem e Tabù (1913);

-Jung - Sogni, ricordi e riflessioni (1961);

-Jung – Inconscio, occultismo e magia.


Per Freud era possibile osservare nelle tradizioni dei primitivi i medesimi elementi conflittuali dei fanciulli: la giovinezza dell’umanità (i popoli non civilizzati, non influenzati dalla cultura occidentale) avrebbe quindi le medesime caratteristiche psichiche di ciascun bambino.


Per questo, lo studio dell’antropologia è centrale nell’opera di Freud: lo studio dei tabù dei diversi popoli mostrerebbe ad esempio la dimensione universale del divieto dell’incesto.


Per avvicinarsi a questo campo, Freud ha attinto a piene mani da opere come “Il ramo d’oro” di Frazer, una vastissima opera ricca di esempi e testimonianze culturali dei più disparati popoli e dei loro costumi.


Jung invece, nella sua autobiografia, sottolinea come fin da piccolo, su influenza della madre, sia stato vicino al misticismo e attento ai fenomeni dell’occultismo.


La sua storia, così come i passaggi salienti della sua vita, sarebbero stati accompagnati o anticipati sa segnali premonitori, da eventi inspiegabili, fenomeni di difficile decifrazione.



Se Freud avrebbe interpretato tali accadimenti come frutto di un’interpretazione nevrotica della realtà, per Jung erano invece il segnale di una connessione spirituale di ordine superiore, tra l’uomo l’universo.

 
 
 

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