LA DISTRUZIONE DI NARCISO
- riccigianfranco199
- 10 apr 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Il mito di Narciso è stato utilizzato più volte da Freud e dagli psicoanalisti per spiegare in modo chiaro ed efficace gli aspetti più importanti della vita psichica.
Da questo mito Freud ha tratto la categoria del “narcisismo”, inteso come “amore di sé”. Tuttavia il narcisismo non è utile solo per spiegare le dinamiche dell’amore, ma anche quelle della pulsione di morte.
La pulsione di morte è uno dei concetti più controversi dell’opera di Freud e della teoria psicoanalitica. In che modo la “Todestrieb” si intreccia con il mito di Narciso?
Il mito di Narciso e la sua interpretazione psicoanalitica collocano l’odio e la distruttività all’origine della vita umana, ancora prima della comparsa dell’amore.
L’odio e la distruttività emergono come difesa alle minacce del Narcisismo, dell’immagine di sé e del fare Uno originario.
Anzi, l’amore sarebbe possibile solo dopo il “lutto” del proprio narcisismo, passaggio impossibile, come sappiamo, per Narciso.
Al centro del mito di Narciso abbiamo il rapporto dell’uomo con la propria immagine. L’immagine di sé ha una grande importanza nella teoria psicoanalitica.
Jacques Lacan sottolinea come proprio nell’immagine unitaria di Sé il bambino sperimenti un prima forma di controllo e di padronanza del proprio corpo, vissuto invece come in frammenti, ingovernabile e caotico. Nell’immagine allo specchio, il corpo è invece integro, unito, completo. Nell’immagine il corpo è elevato a ideale.
L’immagine permetterebbe di “velare” la percezione inquietante e angosciante di un corpo magmatico, preda di spinte ingestibili.

"Narciso ed Eco" di John William Waterhouse
Questo ideale dell’immagine diviene il centro del mito e del rapporto dell’uomo con il sé.
Come racconta Ovidio, Narciso rimane sconvolto dall’incontro con la propria immagine: l’adorazione per il proprio riflesso spingerà Narciso fino alla morte, per il desiderio insoddisfatto di diventare una cosa sola con la propria immagine.
La morte di Narciso mostra la dimensione autodistruttiva del rapporto dell’uomo con l’ideale, impossibile da raggiungere.
L’amore della ninfa Eco non può nulla davanti alla cattura mortifera che annienta Narciso: il mito, da questo punto di vista, svela il fallimento del miraggio umano di fare “Uno”, di poter vivere compiutamente senza l’Altro.
Narciso rifiuta ogni corteggiamento, ogni pretendente, sicuro di poter raggiungere quell’ideale di perfetta coincidenza con la propria immagine.
La morte di Narciso giunge quindi al posto del lutto per l’ideale: Narciso preferisce la morte al limite del godimento, alla rinuncia alla fantasia di non aver bisogno dell’Altro.
La dimensione primigenea del narcisismo attraversa la storia di ogni essere umano: il bambino, secondo Freud, deve rinunciare al proprio ideale narcisistico “primario”, riconoscendo nell’Altro non una parte di Sé, ma un essere separato, distinto e necessariamente “deludente”.
Nulla invece, agli occhi di Narciso, può competere con la bellezza della propria immagine: nessun amante è all’altezza.

Il "Narciso" di Benczúr Gyula
Attraversare il lutto per l’immagine ideale di Sé è il passo necessario per rivolgersi all’Altro del rapporto e dell’amore, per cogliere e amare la differenza e non solo il proprio riflesso fantasmatico.
Così accade in amore: una prima fase di fusione, di accecante passione per l’ “Uno” lascia necessariamente spazio alla delusione, all’emergere della diversità dell’Altro.
È possibile dire ancora “Sì” se l’altro non corrisponde più al nostro ideale?
C’è ancora amore possibile fuori dalle grinfie di Narciso?
Abbiamo affrontato altri aspetti del mito di Narciso in questo articolo.
Per approfondire:
-Sigmund Freud – Introduzione al Narcisismo;
-Massimo Recalcati – Il gesto di Caino;
-Jacques Lacan – Il Seminario, Libro I.
Il tema del Narcisismo ha avuto grande risalto nell’arte e nella letteratura.
Il suo profondo rapporto con l’odio e la violenza, scabroso e perturbante, emerge ad esempio nell’odio di Dorian Gray per il proprio ritratto: il giovane destinato a rimanere eternamente giovane e bello, colpisce con odio il proprio ritratto, sul quale si sommano implacabili i segni degli anni e degli eccessi.

Il celebre "Narciso" di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio
Al centro del Narcisismo abbiamo quindi l’impossibilità di coincidere con la propria immagine, miraggio che dovrebbe offrire all’uomo la possibilità di fare a meno dell’Altro.
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