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IL MITO DI INCUBO

Il termine “Incubo” fa riferimento ad una creatura della mitologia e del folklore dell’antica Roma.


Si tratta di una creatura mostruosa, chiamata “incubo” dal latino “incubare” (sedere sopra), che era solita rovinare il sonno delle donne e degli uomini, sedendosi sul loro petto e inducendo un senso di soffocamento.


In diverse culture è presente una figura simile, chiamata “Efialte” nella cultura greca, oppure “Lilith” nella cultura mesopotamica.


Secondo Plinio il Vecchio, l’azione di queste creature soprannaturali determinava l’emergere di pensieri angoscianti e di terrore nel sonno; non a caso, oggi il concetto di “incubo” indica proprio i sogni carichi di angoscia.



Anche nel folklore medievale erano presenti creature simili, accusate di provocare paralisi notturne o desideri inaccettabili o moralmente condannati.


Il sogno d’angoscia è stato oggetto di studio della psicoanalisi. In particolare, i contributi più significativi si trovano nell’opera di Sigmund Freud e di Ernest Jones.


Per Freud, i sogni d’angoscia testimoniano il fallimento del sogno: lo scopo sarebbe infatti quello di offrire un appagamento mascherato e allucinatorio dei desideri inconsci, proteggendo così il sonno; l’incubo, che porta il soggetto a svegliarsi terrorizzato, manifesta l’emergere di un desiderio inaccettabile e minaccioso.


Scrive Freud:


“L'osservazione è che i sogni d'angoscia hanno un contenuto sfuggito alla censura. Il sogno d'angoscia è spesso lo scoperto appagamento di un desiderio, naturalmente non di un desiderio accettato, ma di un desiderio respinto.

L'angoscia è l'indizio che il desiderio represso si è mostrato più forte della censura, che il desiderio ha imposto, o era in procinto di imporre, il proprio appagamento contro la censura”.


Eugène Thivier - Incubo (1894)


Il risveglio terrorizzato e repentino sarebbe allora la naturale conseguenza dell’emergere di un contenuto inconscio minaccioso per il soggetto che dorme.


Ernest Jones, nell’opera “Psicoanalisi dell’incubo”, sottolinea come sia possibile individuare alcune caratteristiche fondamentali degli incubi: un vivo vissuto di terrore, un senso di soffocamento o di oppressione sul petto, il timore di essere paralizzati.


Nella sua opera, Jones ipotizza una possibile interpretazione di una certa tipologia di incubi: l' “incubus”, il mostro che si incontra nel sogno (e che può assumere le sembianze di essere mostruoso di varia forma), rappresenterebbe una persona, di solito un genitore, verso la quale il sognatore proietta impulsi inaccettabili per la coscienza e quindi rimossi.



Johann Heinrich Füssli – Incubo (1781)


Per approfondire:

Sigmund Freud – L’interpretazione dei sogni;

Ernest Jones – Psicoanalisi dell’incubo.


Nella mitologia antica, la creatura fantastica e mostruosa chiamata “incubo” non si limitava ad angosciare i sognatori, ma cercava di avere dei rapporti sessuali con coloro che visitava.


La presenza della sessualità associata alla rimozione e all’incubo è un tema costante, che ci mostra un duplice volto dell’esperienza sessuale: non solo come fonte di piacere, ma anche come causa di angoscia.


L’emergere di un impulso sessuale infatti può legarsi ad espressioni del soggetto vissute come estranee, disturbanti o inaccettabili, spingendo così all’emergere di un vivo senso di angoscia.


Giulio Romano - Il sogno di Ecuba (XVI sec.)


Si tratta di un aspetto decisivo dell’economia della pulsione: la pulsione cerca infatti la propria soddisfazione senza una modalità unica, bensì tramite il ricorso ad ogni oggetto disponibile per raggiungere la propria meta.


Per questo, la pulsione è disponibile alla scarica anche tramite vie ostili ai limiti e ai vincoli della Civiltà e della legge morale, suscitando nel soggetto un vivo senso di colpa e di angoscia.


Abbiamo parlato del concetto freudiano di censura in questo articolo.



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