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IL “DONO” DELLA RIMOZIONE

La mente è un "organo" complesso e intricato: tra i suoi processi più rilevanti troviamo i “meccanismi di difesa”, preziosi per far fronte alle sfide e alla sofferenza della vita quotidiana. Uno di questi meccanismi è la “rimozione”, un processo psicologico che consente agli individui di prendere le distanze da pensieri, emozioni o ricordi spiacevoli. Questo meccanismo svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio mentale e nella protezione dell’individuo da fattori di dolore travolgenti.


Con rimozione si fa riferimento al processo mentale che opera a livello inconscio e che funge da barriera protettiva contro pensieri e sentimenti che potrebbero essere troppo angoscianti per essere affrontati direttamente.


La rimozione aiuta a distaccarsi emotivamente da situazioni angoscianti. Questo distanziamento può essere particolarmente utile quando si affrontano esperienze traumatiche o eventi emotivi dolorosi. Creando una “barriera mentale”, gli individui possono proteggersi dall’impatto immediato di emozioni intense, fornendo una tregua necessaria per elaborare e affrontare la situazione.


Nella teoria di Freud i meccanismi di difesa trovano ampio spazio, processi psicologici che servono a proteggere l'individuo dall'ansia e dal disagio associati a determinati pensieri ed emozioni.


Secondo la “prima topica” di Freud, la mente è divisibile in tre componenti strutturali: la mente conscia, la mente preconscia e la mente inconscia. La mente inconscia, in particolare, ospita pensieri, ricordi e desideri che sono troppo minacciosi o angoscianti per essere portati alla consapevolezza. I meccanismi di difesa, inclusa la rimozione, operano a livello inconscio per salvaguardare l’individuo dalla natura potenzialmente dolorosa e traumatica di questi pensieri repressi.


In termini freudiani, l’Io è il mediatore tra gli impulsi dell’Es e i vincoli sociali del Super-Io. La rimozione agisce come un meccanismo di difesa impiegato dall’Io per superare i conflitti tra queste due forze opposte. Spingendo pensieri o emozioni angoscianti nell'inconscio, l'Io cerca di mantenere una parvenza di equilibrio, un punto di compromesso.


Una manifestazione comune come effetto della rimozione è l’oblio. La mente può sopprimere ricordi o pensieri associati ad esperienze dolorose, rendendo difficile per gli individui ricordare dettagli specifici. Questa “amnesia selettiva” funge da protezione per prevenire il riemergere di ricordi dolorosi.


Questi elementi repressi rimangono attivi nell'inconscio ma possono riaffiorare attraverso sogni, lapsus o altri canali indiretti, fornendo scorci nei recessi nascosti della mente.

Il “ritorno del rimosso”, come indica Freud, è associato all’emergere dell’angoscia.


Nel corso dei suoi studi, Anna Freud, figlia di Sigmund, ha classificato e studiato i meccanismi di difesa, cogliendo come nelle diverse strutture (nevrotiche, psicotiche…) fosse possibile individuare meccanismi diversi.


In particolare, nella nevrosi le difese opererebbero sui contenuti inaccettabili, relegandoli nell’inconscio.

Solitamente le difese operanti prevalentemente nella nevrosi vengono descritte come "difese del livello della rimozione".

Nella psicosi, invece, le difese agirebbero sul rapporto del soggetto col mondo esterno, alterandone la percezione della realtà. Ne è un esempio il delirio, descritto da Freud come un “tentativo di guarigione” operato dallo psicotico. A livello descrittivo, le difese operanti nella psicosi vengono definite "difese del livello della scissione".

Nella foto, Sigmund Freud insieme alla figlia Anna, futura caposcuola della “Psicologia dell’Io” (foto parte della collezione del Sigmund Freud Museum di Londra)


Per approfondire:

-Anna Freud, L’io e i meccanismi di difesa


Abbiamo affrontato un argomento simile in questo articolo, dedicato alla censura onirica.


La negazione è un'altra manifestazione di rimozione, in cui gli individui rifiutano consciamente o inconsciamente la realtà di una situazione angosciante. Negando l’esistenza o la gravità di un problema, gli individui possono mantenere un senso di normalità ed evitare di confrontarsi con le emozioni ad esso associate.


Alcuni individui si impegnano nell’intellettualizzazione come forma di rimozione. Ciò implica concentrarsi sugli aspetti intellettuali o razionali di una situazione evitando o minimizzando le componenti emotive. Affrontando un problema da una prospettiva logica, gli individui possono temporaneamente prendere le distanze dall’impatto emotivo.


Sebbene la rimozione possa essere un meccanismo di difesa utile e adattivo in determinate situazioni, il suo uso eccessivo o prolungato può avere implicazioni per il benessere mentale. Fare eccessivo affidamento sull’allontanamento può ostacolare l’elaborazione emotiva, portando a problemi irrisolti e potenziali conseguenze psicologiche a lungo termine.


La rimozione freudiana facilita anche l’evitamento dei conflitti interni. Di fronte a impulsi o desideri contraddittori, la mente può impegnarsi nella rimozione per eludere il disagio di riconoscere e affrontare direttamente questi conflitti.


Comprendere il ruolo della rimozione nella teoria freudiana è cruciale per la pratica clinica della psicoanalisi. Scoprire e affrontare pensieri ed emozioni repressi attraverso tecniche come la libera associazione e l'analisi dei sogni consente al paziente di affrontare le cause profonde del proprio disagio psicologico. Portando il materiale inconscio alla consapevolezza cosciente, la psicoanalisi mira ad aiutare gli individui ad accogliere parti di sé rifiutate, così da poter superare il sintomo, formazione di compromesso tra istanze prima incompatibili.


Seth Taras, un pluripremiato artista / fotografo americano autodidatta, ha creato “Know Where You Stand”, un progetto fotografico che associa i ritratti contemporanei di luoghi celebri con alcuno scatti storici, che catturano un momento decisivo della storia dei luoghi immortalati sulla pellicola.

L’accostamento delle due fotografie suggerisce la “cancellazione”, la rimozione di quanto accaduto.


Ecco alcuni di questi scatti.

La celebre foto di Adolf Hitler durante l'occupazione di Parigi nel 1940, insieme ad uno scatto dello stesso luogo oggi.

Il disastro del dirigibile LZ 129 Hindenburg, sommato ad uno scatto dello stesso luogo cento anni dopo.

 
 
 

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