FREUD VINCE IL PREMIO GOETHE
- riccigianfranco199
- 2 lug 2023
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IL PIÙ GRANDE RICONOSCIMENTO ALLA SUA OPERA
Nel 1927 la città tedesca di Francoforte ha inaugurato il “Premio Goethe”, un premio letterario creato allo scopo di celebrare quelle personalità che, con il proprio lavoro, avevano dato nuova linfa e lustro agli studi sul celebre letterato tedesco.
Lo statuto del premio afferma infatti che il premio fosse destinato “a una personalità giunta alla fama con le proprie opere, e la cui azione creativa risultasse degna di onorare la memoria di Goethe”.

Ritratto di Goethe
Nel 1930, il segretario della fondazione, il letterato Alfons Paquet, designò Sigmund Freud come vincitore della quarta edizione del premio, dopo che le prime tre edizioni furono assegnate al poeta Stefan George, al musicista Albert Schwcitzer e al filosofo Leopold Ziegler.
Per Freud si trattò di un vero e proprio segno di riconoscimento, ormai giunto alla piena maturità della pratica analitica e della propria indagine scientifica: dopo anni di isolamento, dopo decenni di lavoro per diffondere la psicoanalisi, ora giungeva il momento anche per un riconoscimento pubblico.
Quale fu la motivazione del comitato?
“Con metodo rigorosamente scientifico, ma allo stesso tempo con ardite interpretazioni delle similitudini coniate dai poeti, Sigmund Freud ha tracciato la via per accedere alle forze pulsionali della psiche…
La psicoanalisi ha sconvolto e arricchito non soltanto la scienza medica, ma altresì il mondo concettuale degli artisti, dei curatori d'anime, degli storici e degli educatori…
Al grande studioso, allo scrittore e al combattente Sigmund Freud è stato finora negato ogni
riconoscimento onorifico ufficiale, benché l'effetto sovvertitore della sua opera abbia condizionato più di quella di chiunque altro dei viventi lo spirito della nostra epoca.”
A Freud è riconosciuto un ruolo decisivo nell’aver plasmato la sua epoca, l’Occidente ancora condizionato dalle logiche e dalle repressioni dell’Età Vittoriana e sconvolto dai drammi della Grande Guerra.
Tuttavia, ormai anziano e malato, a Freud fu impossibile recarsi a Francoforte, per ricevere il premio nella chiesa di San Paolo, direttamente dal Borgomastro (il sindaco) della città, così come da tradizione.

Anna Freud riceve il premio Goethe vinto dal padre Sigmund a Francoforte sul Meno (1930)
Al suo posto si recò nella città renana la figlia Anna, insieme ad un breve testo, elaborato da Freud stesso, sul ruolo di Goethe nella propria ricerca e formazione.

La chiesa di San Paolo a Francoforte, dove viene celebrata la consegna del premio Goethe
Nel saggio “Discorso nella casa natale di Goethe a Francoforte”, Freud confronta le figure di Leonardo da Vinci e di Goethe, nelle loro due anime: l’uomo di scienza e l’artista.
Due geni universali, che con la loro opera hanno influenzato la ricerca di Freud.
Goethe con le sue opere e i suoi versi ha indagato il mondo dei sogni e l’inconscio, cogliendo la continuità, già colta da Aristotele, tra il mondo della veglia e quello onirico.
Tuttavia, sottolinea Freud, Goethe rimane una figura enigmatica, sfuggente. Nonostante le ricche biografie che lo descrivono, la sua intima natura rimane sconosciuta;
Freud vede in questo alone di mistero una scelta precisa di Goethe; nel “Faust”, Freud trova una delle sue citazioni preferite:
“Tanto quel che sai di meglio
Non puoi dirlo ai tuoi alunni.”
(Faust, parte prima, scena dello studio (II))
La storia del premio Goethe riflette il complesso rapporto tra la psicoanalisi (e il suo fondatore) e il mondo scientifico e accademico del primo Novecento.

Freud insieme alla figlia, Anna
Molti avevano criticato la psicoanalisi, accusandola di essere una pratica oscena, irrispettosa del pudore e perversa, in quanto tesa ad esplorare la dimensione della sessualità adulta ed infantile.
In particolare, alla psicoanalisi non veniva perdonato il sottolineare la coincidenza, la piena continuità tra la sessualità infantile e quella adulta.
Inoltre, il mondo accademico screditava le osservazioni e i lavori di Freud (e dei suoi allievi), definendole “prive di fondamento empirico” e “ascientifiche”. In effetti, il rapporto tra la ricerca e il mondo della psicoterapia e della psicoanalisi, ancora oggi, è complesso: come fare ricerca in un campo dove vale “l’uno per uno”?
La ricerca empirica si sforza di generalizzare le proprie conclusioni, scontrandosi spesso col mondo della pratica clinica, irriducibile ad ogni forma di generalizzazione.
Freud ha inoltre puntato il dito, più volte, sulle motivazioni razziali legate al rifiuto della psicoanalisi: ancora prima dell’avvento dei fascismi e del nazismo, in tutta Europa era diffuso un vivo antisemitismo, tanto a livello popolare quanto negli ambienti accademici.
Freud ha a lungo lavorato perché la psicoanalisi non fosse ridotta ad una “scienza ebraica”: ecco perché l’avvicinamento e la successiva rottura con Jung furono elementi di grande importanza nella vita di Freud e nella storia della psicoanalisi; in quanto tedesco e protestante, Jung era un ottimo “alfiere” per portare la psicoanalisi e le sue scoperte nell’agone scientifico e culturale europeo.
La rottura tra i due, oltre a segnare una dolorosa vicenda personale per entrambi, come abbiamo avuto modo di approfondire in questo articolo, ha reso necessario investire nuove energie nella politica della psicoanalisi, spingendo Freud a lavorare per rinforzare la giovane Associazione Internazionale di Psicoanalisi che da pochi anni aveva fondato, affidando proprio a Jung la prima presidenza.
In questo filone di opposizione scientifica, culturale e antisemita si colloca una vicenda molto chiacchierata: tra gli anni venti e trenta molti intellettuali e ricercatori, interrogati dal comitato del premio Nobel, fecero il nome di Sigmund Freud.
Nonostante ciò, Freud non fu mai vicino alla vittoria del Nobel per la medicina.
Il diario di Freud ci testimonia di quanto il padre della psicoanalisi, in pubblico restìo ad esporsi sulla questione, fosse invece desideroso di ottenere questo importante riconoscimento.
Nonostante la mobilitazione del mondo analitico e dei simpatizzanti per la psicoanalisi, Freud non ottenne mai il premio Nobel, né per la medicina, né per la letteratura.
Il premio Goethe resta quindi il maggior riconoscimento ottenuto da Freud da parte del mondo culturale, letterario e scientifico della sua epoca.
Negli anni successivi, molti altri autori di prima grandezza ricevettero il premio Goethe; tra di loro spiccano Thomas Mann, Hermann Hesse, Karl Jaspers, Max Planck, Georg Lukács.
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