PSICOANALISI DELLA GUERRA
- riccigianfranco199
- 12 gen
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Per millenni, la storia umana è stata la “storia della guerra”: Imperi, regni, città e interi popoli hanno basato la loro ascesa, la loro vita e il loro declino sul ricorso ai conflitti, contro nemici interni ed esterni.
Gli studiosi hanno ricercato l’origine della guerra in motivazioni economiche, politiche e culturali.
Anche la Psicoanalisi ha cercato di indagare cosa scateni eventi tanto distruttivi come la guerra.
Freud per primo, davanti all’orrore della Prima Guerra mondiale, dopo iniziali entusiasmi si era interrogato sulla natura della guerra, arrivando a formulare l’affascinante tesi della “pulsione di morte”, “Thanatos”.
Dopo Freud, Franco Fornari è stato tra gli analisti più abili nell’indagare le origini psichiche della guerra.
Per Fornari, la guerra va intesa come vera e propria patologia della psiche collettiva e alla sua base individua due meccanismi psichici collettivi: un processo di “proiezione paranoica” ed uno di “lutto fallimentare”.
La guerra sarebbe un vero e proprio “dispositivo di sicurezza” collettivo, che permette alla psiche di affrontare una minaccia altrimenti insuperabile: l’emergere dell’angoscia legata a fantasmi psichici inconsci, chiamati da Fornari il “Terrificante interno”.

Secondo Fornari, agirebbe nell’uomo un’“operazione che trasformi tale entità terrificante ma in definitiva inaffrontabile e invulnerabile (proprio come avviene negli incubi) in un nemico esterno in carne e ossa e che possa essere realmente affrontato”.
Cos’è allora la guerra, per Fornari?
“La guerra è un'organizzazione di sicurezza non già perché permette di difenderci da nemici reali, ma perché riesce a trovare e al limite ad inventare dei nemici reali da uccidere, in caso contrario la società rischierebbe di lasciare gli uomini senza difesa di fronte all'emergere del terrificante come puro nemico interno.”
Nella psiche collettiva avviene allora una vera e propria proiezione paranoica dell’istinto di morte, così da dividere il mondo in parte buona da salvare (Noi) e parte malata, malvagia e minacciosa (il nemico).
Non a caso, anche le guerre offensive vengono descritte come “operazioni di difesa”, per anticipare un nemico mortale, secondo il principio “Mors Tua Vita Mea!”.

La paura dell’annientamento, per Fornari, avrebbe profonde radici endogene, nelle angosce psicotiche che affollano la psiche inconscia, e non nelle minacce di un nemico esterno.
Questa fuga paranoica rifletterebbe inoltre un modo inautentico di vivere il lutto: le proprie fantasie aggressive inconsce vengono proiettate sul nemico, trasformato in un essere aggressivo e mostruoso; il dolore e le fantasie vengono negate, dando ogni colpa all’avversario.
Ciò avverrebbe in particolare, per Fornari, nel rapporto di scontro tra le generazioni:
“Siamo costretti a dover ammettere che esiste una verificazione degli impulsi omicidi inconsci verso i propri figli nella realtà della guerra. Con l'aggravante che, mentre sul piano individuale noi ci colpevolizziamo di infanticidi mai commessi, sul piano collettivo ci decolpevolezziamo dell'infanticidio realizzato.”
L’antropologo Theodor George Henry Strehlow afferma: “lo scopo delle guerre come spedizione di vendetta è quello di dare agli abitanti di un altro villaggio la stessa ragione di lutto che essi hanno avuto”.
L’inizio dell’era atomica e l’impossibilità di ricorrere, come in passato, a guerre distruttive convenzionali, hanno costretto l’uomo a cercare una nuova strada per affrontare questi conflitti psichici.
Ora, infatti, il rischio di distruzione totale del pianeta è troppo alto; come affermava il fisico premio Nobel Albert Einstein:
“Io non so come sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma posso dirvi che cosa useranno nella quarta: pietre!”.
Per approfondire:
-Franco Fornari – Psicoanalisi della guerra;
-Franco Fornari - Psicoanalisi della situazione atomica;
-Freud, Ferenczi, Abraham, Simmel, Jones – Psicoanalisi e guerra.

La concezione di Fornari e Glover della guerra come “patologia” della psiche collettiva tiene effettivamente conto del concetto di conflitto come base delle dinamiche psichiche proposta da Freud?
Fornari pone alla base di questo processo la necessità di eliminare le ansie psicotiche che intaccano l’equilibrio psichico: con ansie psicotiche, lo psicoanalista intende quegli affetti dirompenti e disturbanti che il soggetto non riesce a “metabolizzare psichicamente, venendone travolto e distrutto.
Per questo, l’impossibile ricorso alla violenza sistematica dovuto all’imporsi della logica della “Guerra fredda”, avrebbe costretto l’umanità a dare sfogo alla propria aggressività autodistruttiva per altre vie, con l’emergere di nuove forme del sintomo, come la tossicomania e la diffusione epidemica della depressione.
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