NIETZSCHE E DIONISO
- riccigianfranco199
- 8 mag 2024
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Friedrich Nietzsche è stato uno dei filosofi più originali e affascinanti. Pensatore solitario e innovativo, ha messo al centro della propria riflessione filosofica lo studio e il confronto con il mondo greco classico.
La prima grande opera di Nietzsche è “La nascita della tragedia dallo spirito della musica”, pubblicato nel 1872.
Nietzsche coglie nella società greca classica un movimento di decadenza, segnato dal conflitto tra due istanze opposte: lo spirito Apollineo e lo spirito Dionisiaco.

“Sulle loro due divinità artistiche, Apollo e Dioniso, è fondata la nostra teoria che nel mondo greco esiste un enorme contrasto, enorme per l'origine e per il fine, tra l'arte figurativa, quella di Apollo, e l'arte non figurativa della musica, che è propriamente quella di Dioniso. I due istinti, tanto diversi tra loro, vanno l'uno accanto all'altro, per lo più in aperta discordia, ma pure eccitandosi reciprocamente a nuovi parti sempre più gagliardi, al fine di trasmettere e perpetuare lo spirito di quel contrasto, che la comune parola «arte» risolve solo in apparenza; fino a quando, in virtù di un miracolo metafisico della «volontà» ellenica, compaiono in ultimo accoppiati l'uno con l'altro, e in questo accoppiamento finale generano l'opera d'arte, altrettanto dionisiaca che apollinea, che è la tragedia attica.”
Il contrasto tra il dio Apollo e il dio Dioniso rappresenta per Nietzsche una concezione della vita legata ad opposizioni tra loro inconciliabili.
Il dio Apollo sarebbe alla base dello spirito Apollineo, che per Nietzsche è legato al prevalere dell’armonia, della forma, della ragione e del senso. Il prevalere dello spirito Apollineo sarebbe alla base, per il filosofo, del declino della società greca e occidentale, divenuta, dopo Socrate, incapace di affrontare la dimensione tragica della vita.
Il dio Dioniso, di origine orientale, è al centro di un culto misterico che ha avuto una grande diffusione in Grecia. I riti dedicati a Dioniso mettevano al centro l’esaltazione dei sensi e del desiderio, dell’erotismo e della vitalità. Nietzsche rintraccia nello spirito Dionisiaco il vero spirito capace di vivere con entusiasmo la vita, nella sua pienezza.

Friedrich Nietzsche
I riti dionisiaci puntavano all’emergere di una dimensione che, con uno sguardo psicoanalitico, possiamo definire pulsionale: se lo spirito Apollineo fa della buona forma e della ragione il centro del proprio essere, lo spirito Dionisiaco fa del godimento fino all’ebbrezza la dimensione autentica della vita.
Non a caso, lo spirito Apollineo prevaleva nella scultura e nell’architettura, quello Dionisiaco trovava le proprie massime espressioni nella musica e nella lirica poetica.
Nella decadenza della cultura greca Nietzsche trova i medesimi sintomi della decadenza nichilista e pessimista del suo tempo, il tardo Ottocento. La sua soluzione è abbracciare nuovamente lo spirito Dionisiaco, elevando l’uomo tramite un radicale “Sì!” alla vita, fatta anche di lotta, orrore, aggressività, distruttività e passione senza limite. Nietzsche vedeva infatti prevalere il rischio di voler ridurre l’uomo e il suo spirito al mero oggetto di studio di una serie di teorie, privandolo delle proprie passioni.
Per Nietzsche è necessario connettersi al flusso della vita che emerge nei desideri e nella parte irrazionale e pulsionale di ciascuno, rifiutando il prevalere dell’ordine e dell’armonia. Il “caos” interiore viene contrapposto al meccanicismo universale che le scoperte scientifiche e tecniche stavano facendo ai tempi di Nietzsche.

"Bacco" di Caravaggio
Il recupero dello spirito Dionisiaco si traduce per il filosofo nell’esaltazione delle passioni, del bello, della salute e della forza e dello spirito di potenza e affermazione. La lotta per la vita, secondo Nietzsche, non può essere cancellata se non al costo di rendere l’uomo cieco davanti alla tragedia ineliminabile della vita.
Nel ridurre l’antico spirito Dionisiaco ad un mero reperto da museo Nietzsche vede il rischio di “sterilizzare” la spinta vitale dell’animo umano; in questo, Nietzsche anticipa una preziosa lezione freudiana, legata alla fase più matura della ricerca di Freud.
Il Padre della Psicoanalisi aveva osservato come la pulsione cercasse la sua soddisfazione anche al costo di affrontare notevoli sofferenze; anzi, spesso la sofferenza era il modo nel quale la pulsione si soddisfaceva, per esempio attraverso i sintomi. L’affermazione della pulsione infatti si sottrae al primato della Civiltà, sconvolgendo la morale, le leggi e la pacifica convivenza tra gli uomini.
Se il sintomo è infatti fonte di sofferenza per l’Io, può non esserlo a livello inconscio.
Freud, per descrivere questa tendenza paradossale, aveva coniato il concetto di “Todestrieb”, “Pulsione di morte”. Questo concetto verrà ripreso e ampliato dallo psicoanalista francese Jacques Lacan, nella forma della “jouissance” o “godimento”.
Nella teoria dello spirito Dionisiaco, Nietzsche ha chiaramente anticipato alcuni concetti posti in seguito da Freud al centro della Psicoanalisi.
Per approfondire:
-Friedrich Nietzsche – La nascita della tragedia;
-Sigmund Freud – Al di là del principio del piacere.

La contrapposizione tra spirito Apollineo e spirito Dionisiaco costituisce solo una delle grandi intuizioni di Nietzsche. Il filosofo ha offerto numerosi contributi originali, che hanno avuto una notevole influenza sul pensiero filosofico e sulla cultura contemporanea.
Pensiamo ad esempio al concetto di “Eterno ritorno dell’uguale” o di “Uber mensch”: è possibile leggere il nostro tempo senza le chiavi di lettura di Nietzsche?
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