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LO SGUARDO DI MEDUSA

Medusa è una delle figure più famose della mitologia greca. Il suo nome significa "guardiana" o "protettrice". Medusa è una delle tre gorgoni, creature mostruose figlie di Ceto e Forco, divinità ancestrali. Le gorgoni avevano, secondo il mito, il potere di pietrificare chiunque incontrasse il loro sguardo.


Secondo Esiodo ed Ovidio, in origine Medusa era una bellissima ragazza, trasformata in mostro dalla dea Atena, per punirla della sua bellezza. Tra gli elementi caratteristici più famosi di Medusa vi è la vistosa chioma, composta da serpenti velenosi.


Medusa sarebbe stata uccisa dall'eroe divino Perseo, tanto abile da combatterla senza Incrociare il proprio sguardo con quello della gorgone. La testa di Medusa sarebbe stata conservata da Perseo per pietrificare i proprio nemici, come la terribile balena che imprigionava Andromeda.


Lo scudo con testa di Medusa di Caravaggio del 1598 è uno degli esempi più celebri della grande influenza della figura di Medusa nell'arte occidentale. L'opera raffigura la testa decapitata di Medusa sullo scudo di Perseo, l'eroe capace di questa impresa.


Il tema di Medusa era molto caro ai Medici di Firenze, come simbolo di prudenza e saggezza.


Quest'opera è espressione di tutto il talento di Caravaggio: l'artista è riuscito nell'opera di annullare l'effetto del supporto curvo nel rappresentare il volto di Medusa, annullando la convessità dello scudo, ricoperto dalla tela dipinta.

Medusa è raffigurata nell'atto della decapitazione: lo sguardo vivo e disperato, la bocca spalancata in un urlo muto, il sangue che sgorga dal collo mozzato.


Lo sguardo di Medusa e il suo potere di pietrificare costituiscono un interessante tema di riflessione psicoanalitica. Quando uno sguardo "pietrifica"?


Nel testo "Capisaldi dell'insegnamento di Lacan", Jacques-Alain Miller descrive l'effetto dello sguardo e della parola come elementi capaci di pietrificare il soggetto.


In particolare, sono lo sguardo e la parola dell’Altro, che possono inchiodare il soggetto ad una definizione o che lo colgono in un atto, a "pietrificare", ad incollare ad una certa immagine.

Il soggetto, esposto allo sguardo dell'Altro in posizione di potere su di lui, è come inchiodato al modo in cui l'Altro lo vede. Schiacciato dalla presenza angosciante dell'Altro e ridotto a pietra, al soggetto non resta che l'agito, l'uscita di scena violenta ed esplosiva per sganciarsi e liberarsi dallo strapotere dell'Altro.


Ne abbiamo un esempio in un episodio della vita di Genet ricostruito da Jean Paul Sartre: colto dalla sua governante mentre rovistava in un cassetto, il piccolo Genet sarebbe stato apostrofato "ladro!". Questo significante, sostiene Sartre, avrebbe segnato per sempre la vita di Genet: la sua letteratura e la sua arte non sarebbero che un modo per soggettivare, fare proprio il modo in cui l'Altro lo ha chiamato, pietrificandolo ad un significante.


Si tratta di un aspetto saliente del rapporto del soggetto col proprio Altro e con il linguaggio: prima ancora di parlare, il soggetto è sempre parlato dall'Altro.


Per approfondire:

Jacques Alain Miller - Capisaldi dell'insegnamento di Lacan;

Jean-Paul Sartre – Santo Genet








 
 
 

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