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LO SGABELLO DI LACAN

Jacques Lacan è stato uno dei più noti psicoanalisti francesi. Nel corso del suo Seminario, Lacan ha approfondito l’opera di Freud, la teoria e della tecnica della psicoanalisi, e il tema della follia.

Una delle metafore più celebri di Lacan è quella dello “sgabello”.



Nel Seminario III, dedicato alla psicosi, Lacan afferma:

“Non tutti gli sgabelli hanno quattro piedi. Ce ne sono che stanno in piedi con tre. Ma in questo caso non deve venirne meno nemmeno uno, altrimenti le cose si mettono male.”


Lacan descrive la psicosi come uno sgabello precario, nel quale uno dei tre piedi non regge come gli altri.


Continua Lacan:

“Ebbene, sappiate che i punti d’appoggio significanti che sostengono il piccolo mondo dei piccoli uomini solitari della folla moderna sono in numero assai ridotto.”


Lacan individua con l’espressione “Nome del Padre” quel fattore che svolge la funzione di “appoggio”, che permette al mondo di avere un ordine e un senso. La funzione del “Nome del Padre” è al centro della teoria lacaniana della psicosi. Per Lacan, questa funzione nella psicosi non sarebbe operativa. Cosa può svolgere questa funzione? Lacan individua in elementi come la religione, una causa, ideale o politica, un lavoro, un’identità, nelle istituzioni e, più in generale, il simbolico, ciò che permette di “organizzare” il mondo psichico del soggetto.

Si tratta di entità o formazioni capaci di orientare il soggetto, di dotare di senso il mondo e di dare un posto; grazie al “Nome del Padre” sarebbe possibile rispondere alle domande: “Chi sono? Che senso ha la mia vita? Come funziona il mondo intorno a me?”


Prosegue Lacan:

“Può accadere che in partenza non ci siano abbastanza piedi per lo sgabello, ma che esso stia in piedi lo stesso fino a un certo punto, quando il soggetto, giunto a un certo incrocio della sua storia biografica, viene messo a confronto con quel difetto che esiste da sempre.”


Lacan introduce una teoria dello scatenamento della psicosi: quando un soggetto psicotico si scompensa? Cosa segna il passaggio dalla psicosi ordinaria alla psicosi straordinaria?

Nella psicosi ordinaria non è presente l’insieme dei sintomi positivi che caratterizzano il soggetto schizofrenico: deliri, allucinazioni, aspetti di disorganizzazione del linguaggio, del pensiero e del comportamento.


Quando avviene questo momento di “non ritorno”? Per Lacan lo scatenamento si verifica quando il soggetto psicotico, che ha costruito la propria soluzione singolare “per stare in piedi” come lo sgabello, fa esperienza, nella propria storia, proprio di ciò che manca, che fa “buco”.

Si tratta di quello che Lacan chiamerà “l’incontro con Un Padre”, quell’elemento simbolico assente nell’organizzazione psichica del soggetto psicotico. Questo incontro, impossibile da sostenere per il soggetto psicotico, solitamente è accompagnato da un passaggio all’atto per sottrarsi.


Il soggetto psicotico è capace di costruire un piede che faccia “supplenza” alla non operatività del Nome del Padre. Lacan chiama “Sinthomo” la supplenza che il soggetto psicotico inventa per non scivolare nella follia conclamata.



Per approfondire:

-Lacan – Il seminario, libro III, le psicosi;

-Lacan – Joyce, il sintomo;



Il sinthomo di Lacan si distingue dal sintomo analitico.

Se il sintomo analitico è una formazione dell’inconscio, “strutturato come un linguaggio”, metaforico, sensibile a leggi linguistiche, dialettico ed interrogabile, capace di dividere il soggetto che ne soffre, il “sinthomo” (antica grafia del sintomo) sarebbe una formazione che compatta il soggetto, che svolge una funzione di compensazione, di “tappo”, di chiusura.


Il sinthomo non sarebbe quindi da interrogare, da interpretare o introdurre in una dialettica; piuttosto, è centrale nella conduzione della cura riconoscere la funzione di sostegno e appoggio per il soggetto psicotico. Il sinthomo offrirebbe quindi una forma e un senso al mondo, in supplenza alla mancata operatività del Nome del Padre.


Il sinthomo sarebbe quindi quell'elemento capace di tenere insieme i tre registri della realtà: simbolico, reale e immaginario, rendendo possibile il rapporto del soggetto col proprio corpo, col mondo, con l'Altro.


Abbiamo parlato di Lacan e dell'uso dei nodi in questo articolo.


Ad esempio, lo scrittore Joyce avrebbe trovato nella scrittura e nell'essere uno scrittore il modo di "darsi un nome", avere un titolo, elemento simbolico fondamentale per il soggetto. Tale esperienza sarebbe stata impossibile nel rapporto col padre di Joyce, disinteressato rispetto al figlio.


Per approfondire:

Lacan - Il Seminario, Libro XXIII, il Sinthomo.

 
 
 

1 Comment


Gianni Guglieri
Gianni Guglieri
Feb 01, 2024

Molto interessante e affascinante

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