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LA MENTE DI FREUD

Sigmund Freud ha rivoluzionato la comprensione della mente conscia e inconscia. In particolare, Freud ha affermato l’esistenza di un vero e proprio “apparato psichico” irriducibile al cervello o al sistema nervoso.


Questo apparato psichico sarebbe composto da istanze in conflitto tra loro, legate a differenti funzioni. Le tre istanze principali sarebbero l’Io (Ego), l’Es (Id) e il Super-Io (Super-Ego).


Queste tre istanze sarebbero in costante conflitto tra loro per realizzare i loro diversi scopi, tra loro incompatibili. Il risultato di questo conflitto sarebbe l’insieme delle “formazioni di compromesso” che animano la vita psichica.

Ne sono un esempio i sogni, i lapsus, gli atti mancati e i sintomi.

La nevrosi, in particolare, sarebbe uno dei possibili esiti del conflitto tra l’Es e l’Io, con la repressioni delle spinte pulsionali inconsce dell’Es.

La psicosi invece sarebbe frutto del conflitto tra Es e mondo esterno, con l’Io reso impotente dallo strapotere dell’Es.


La concezione freudiana del conflitto tra istanze è al centro della “seconda topica”, descritta nel libro “L’Io e l’Es” (1923) e negli articoli “Nevrosi e psicosi” e “La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi” (1924).


Nello sforzo di rendere più chiaro questo conflitto, Freud si è sforzato di rappresentare graficamente questo “apparato psichico”. L’idea di un organo (o di un apparato) simbolico non appartiene solo al pensiero freudiano: anche il linguista Noam Chomsky ha fatto propria l’idea di un “organo simbolico”, individuandolo nel linguaggio.


Tuttavia, non dobbiamo lasciarci ingannare dalla rappresentazione “spaziale” della mente proposta da Freud: quello che invece è ancora oggi utile è analizzare i rapporti tra le diverse istanze psichiche.


Il passaggio da una logica spaziale alla topologia in psicoanalisi è legato alla ripresa dell’opera di Freud da parte di Lacan.


La topologia infatti si occupa dei rapporti tra diversi elementi dal punto di vista logico, utilizzando lo spazio solo come mediatore per rappresentare due fattori connessi tra loro, come accade in algebra e nella matematica.


Nello sforzo di definire i rapporti tra le diverse istanze psichiche, Lacan ha progressivamente abbandonato la rappresentazione spaziale a favore dei matemi, fino a giungere all’uso dei nodi per descrivere il rapporto tra i registri del simbolico, dell’immaginario e del reale.


Lacan durante una lezione del suo Seminario


Abbiamo parlato della passione di Lacan per i nodi in questo articolo.


Il passaggio dal disegno alla scrittura rappresenta il tentativo di fondare la psicoanalisi su basi diverse da quelle dell’etologia, del cognitivismo e dello psicologismo.


Se la psicologia, come scienza, punta all’universale e alla costruzione di concetti uguali per tutti, lo sforzo della psicoanalisi è di preservare l’unicità del soggetto: come sosteneva Bion, la psicoanalisi deve essere reinventata ogni volta che si incontra un nuovo paziente, accogliendolo “senza memoria e senza desiderio”.


Wilfred Bion, celebre psicoanalista inglese


Per approfondire:

Simgund Freud – Nevrosi e psicosi;

Sigmund Freud – La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi;

Alfredo Eidelsztein – Il grafo del desiderio. Formalizzazioni in psicoanalisi.


La seconda topica freudiana con la tripartizione dell’apparato psichico in tre istanze (Io – Es – Super Io) segue la prima topica freudiana centrata sulla rimozione.


Se all’inizio della sua ricerca Freud individua nella rimozione un meccanismo fondamentale per separare ciò che è conscio dall’inconscio (e in secondo luogo dal preconscio), inteso come rimosso e inaccessibile alla coscienza, in seguito diviene necessario trovare una spiegazione più articolata del conflitto psichico.


Le tre istanze trovano una loro collocazione anche nella prima topica:

se l’Es è totalmente inconscio (e si manifesta alla coscienza solo in modo indiretto, tramite le formazioni dell’inconscio), l’Io e il Super- Io sarebbero parzialmente consci e inconsci.


In particolare, l’Io avrebbe una parte cosciente nelle rappresentazioni che il soggetto ha di sé, nelle proprie immagini e costruzioni legate all’identità e al senso di Sé.

La parte inconscia dell’Io sarebbe invece costituita dai meccanismi di difesa, così come studiati da Anna Freud.

Anna Freud, figlia di Simgund Freud e a sua volta psicoanalista


Il Super-Io sarebbe a sua volta solo parzialmente conscio, legato a conflitto spesso rimossi.

 
 
 

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