top of page

LA CORAZZA CARATTERIALE DI REICH

Wilhelm Reich è stato uno dei più controversi allievi di Freud. Nella sua ricerca, Reich cercherà di trovare dei punti di contatto tra la psicoanalisi e il marxismo, guardando con grande attenzione a quanto accadeva in Unione Sovietica.


Nel corso degli anni, Reich si allontanò sempre di più dalla teoria di Freud, fino a fondare una propria scuola. Tra i concetti più conosciuti di Wilhelm Reich, occupa un posto privilegiato quello di “corazza caratteriale”.


Scrive Reich:

“Nel conflitto tra istinto e principi morali, tra ego e mondo esterno, l’organismo è costretto a corazzarsi tanto quanto l’istinto quanto contro il mondo circostante;”


Wilhelm Reich


Reich mantiene la teoria del conflitto posta da Freud al centro della vita psichica dell’uomo. Risultato di tale conflitto per Freud è il sintomo o la formazione di compromesso; per Reich, il risultato è la maturazione di una sorta di barriera, chiamata “corazza caratteriale”. Si tratta di un concetto che, nelle sue varie forme, avrà grande fortuna: anche Winnicott ne fa riferimento, rielaborandolo nel concetto di “falso Sé”.


Prosegue Reich:

“è una rigida corazza che si risolve inevitabilmente in una limitazione delle facoltà vitali e di cui soffre la maggior parte degli uomini: è come se tra loro e la vita si innalzasse un muro. È in questa corazza che risiede la ragione chiave della solitudine di tanti uomini in seno alla collettività”


Per Reich la costruzione di questa corazza impiega molte delle energie e delle risorse psichiche dell’individuo, impedendogli poi di accedere liberamente al mondo interno ed esterno. A causa di tale vincolo, l’individuo sarebbe capace di “pseudo – contatti” con gli altri, senza poter incontrare l’altro in modo autentico.


Scopo dell’analisi del carattere sarebbe liberare l’uomo da questa barriera, facendo emergere in modo spontaneo e libero le sue pulsioni e i suoi desideri.

La teoria di Reich affonda le sue radici in una visione ottimistica ed omeostatica della psiche: se gli uomini saranno lasciati liberi di esprimere i loro istinti, allora vi sarà un equilibrio spontaneo tra loro, riducendo conflitti, cancellando ogni forma di nevrosi e di sofferenza.


Questa concezione ottimistica è stata alla base dei diversi tentativi di Reich di individuare, nella storia e nelle società del suo tempo, degli esempi di libera espressione della ses*ualità. Tuttavia, gli anni Trenta del Novecento hanno visto una costante diminuzione delle libertà in tutta Europa, nella società e nella vita ses*uale degli individui.


Inoltre, la concezione di Reich sembra esaltare l’aspetto repressivo della Civiltà, vedendo nelle pulsioni delle entità capaci di autoregolarsi una volta ottenuta la soddisfazione. Una sorta di autoregolazione sarebbe quindi possibile, secondo Reich, una volta liberi dalla corazza caratteriale.


Il concetto di Todestrieb freudiano e di godimento lacaniano tuttavia metterebbero in scacco il concetto di autoregolazione della pulsione: la soddisfazione della pulsione, osserva Lacan, è disinteressata all’equilibrio vitale dell’individuo. La sua soddisfazione può anzi portare alla morte, come è evidente nella clinica contemporanea delle dipendenze (alimentari, da sostanze etc.).


Sigmund Freud, a lungo maestro di Reich


La spinta mortifera e anonima della pulsione troverebbe invece nel desiderio una sua declinazione umanizzata, capace di rendere possibile la soddisfazione limitandone la distruttività.


Per approfondire:

Wilhelm Reich – La rivoluzione ses*uale.


Reich è stato un acuto ed originale lettore del suo tempo. La sua “Psicologia di massa del fascismo” ancora oggi costituisce una vivace fonte di riflessioni sulla politica, sulla società e sullo stretto rapporto tra massa e leader.


Per anni attivo nel Partito comunista tedesco, Reich creò i “Sexpol”, acronimo di “Associazione per una politica sessuale proletaria”: si trattava di consultori nei quali Reich e i propri allievi cercavano di introdurre operai e proletari alle loro scoperte circa la sessualità e al suo rapporto col carattere, cercando di guidare ad un’esperienza del sesso più libera e consapevole, meno vincolata da dettami religiosi o moralistici.



 
 
 

Comments


bottom of page