LA COPERTA DI LINUS
- riccigianfranco199
- 27 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 29 apr
Linus è uno dei personaggi più noti dei “Peanuts”, un fumetto a strisce disegnato da Charles M. Schulz dall’ottobre 1950 fino al 13 febbraio 2000 (giorno della morte di Schulz).
Se il fumetto mette al centro, prevalentemente, le vicende del cagnolino Snoopy e del suo padrone Charlie Brown, di Shermy e Patty, nel corso degli anni sono apparsi molteplici personaggi, come il piccolo Linus.
Linus compare nelle vignette spesso ritratto insieme ad una coperta, col dito in bocca. Fratello minore di Lucy, Linus appare spesso “con la testa tra le nuvole”, perso nei suoi pensieri.
La copertina che porta sempre con sé è da molti interpretata come un segno di profonda insicurezza e difficoltà, per il giovane Linus, di sperimentarsi nel mondo esterno da solo.
Dal punto di vista della Psicoanalisi, la copertina di Linus appare un esempio prototipico di “oggetto transizionale”.
L’oggetto transizionale sarebbe una sorta di medium tra mondo interno e mondo esterno: sostituto simbolico del corpo materno, la vicinanza dell’oggetto transizionale garantirebbe al bambino la vicinanza di un oggetto rassicurante, perché direttamente collegato alle cure materne.
Il concetto di “oggetto transizionale” è stato introdotto e studiato dallo psicoanalista e pediatra inglese Donald Woods Winnicott.
Nel corso della progressiva separazione del bambino dalla madre, secondo Winnicott, il bambino sperimenterebbe una crescente percezione tra ciò che è “me” e quanto invece attiene al “non-me”. L’oggetto transizionale interverrebbe in questa fase, divenendo un oggetto speciale nel quale questi due aspetti sono presenti ancora insieme.
L’oggetto transizionale è insieme parte del mondo esterno e del mondo interno del bambino: insieme alla sua dimensione concreta, l’oggetto transizionale è destinatario delle fantasie onnipotenti e dei desideri del bambino, caricandolo di un grande valore simbolico e pulsionale.
Lacan, grande amico di Winnicott, ha commentato più volte il concetto di “oggetto transizionale”, sottolineando come, per il bambino, le parti del corpo della madre che l’oggetto sostituisce non siano visti come “oggetti esterni”, bensì come parti stesse del corpo del bambino: per questo, se il bambino viene privato del suo “oggetto preferito” emerge una grande angoscia e dolore.
Per il bambino infatti è come se una parte del suo corpo venisse staccata, separata da lui. Lacan così descrive l’oggetto transizionale:
“Questo oggetto, che lui (Winnicott) chiama transizionale, vediamo bene da che cosa è costituito in questa funzione di oggetto che chiamo oggetto cedibile. È un pezzettino strappato a qualcosa, molto spesso un lembo di stoffa, e vediamo bene il sostegno che il soggetto vi trova. Egli non si dissolve, anzi li trova conforto punto mi trova conforto nella sua funzione del tutto originaria di soggetti in posizione di caduta in relazione al confronto significante.”
Lacan, Il Seminario, Libro X, L’angoscia, pag. 343.
Lacan sottolinea la dimensione significante dell’oggetto transizionale, che in effetti è decisiva: non vi è infatti un oggetto che è transizionale in quanto tale; è il bambino a dotare di tale significato un oggetto qualsiasi, che sceglie in base alla propria sensibilità, gusto o preferenza.
Per approfondire:
-Winnicott – “Gioco e realtà”;
-Winnicott – “Il bambino, la famiglia e il mondo esterno”.
L’opera di Winnicott è decisiva nella storia della psicoanalisi legata all’infanzia e all’adolescenza.
L’oggetto transizionale mostra la centralità del significante nella vita psichica: l’oggetto infatti è investito di un ruolo di grande importanza per il bambino non per una particolare caratteristica che lo contraddistingue, bensì in quanto significante, cioè oggetto di significazione da parte del soggetto.
Come ci mostra questa striscia, ciò che per un bambino fa "oggetto transizionale", non funziona necessariamente per un altro.
Si tratta di un vero e proprio atto linguistico, che segnala l’emergere della soggettività del bambino.
Per questo, l’oggetto transizionale può essere qualsiasi oggetto che il bambino desideri portare con sé, facendone simbolo di una parte di sé, del proprio corpo.
Comments