IL VASO DI PANDORA
- riccigianfranco199
- 8 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Il mito greco del vaso di Pandora è uno dei racconti più famosi dell’antichità. La storia di Pandora è così famosa da aver dato vita ad un’espressione poi divenuta proverbiale: “aprire il vaso di Pandora”. Il racconto del mito di Pandora è narrato da Esiodo, poeta dell’antica Grecia.
Pandora è la prima donna mortale secondo gli antichi Greci. Donata da Zeus agli uomini, la giovane porta con sé un vaso: Zeus le ha raccomandato di tenerlo con sé e di non aprirlo mai, per nessun motivo. A quell’epoca, gli uomini avevano appena imparato a padroneggiare il fuoco, donato loro da Prometeo, il titano che aveva osato sfidare Zeus e le divinità dell’Olimpo. In quel tempo mitico gli uomini non conoscevano ancora la sofferenza e i mali del mondo.
Tuttavia si stava per abbattere la vendetta di Zeus sul genero umano per il dono ricevuto da Prometeo: su ordine del sovrano degli dèi, il dio Ermes suscitò in Pandora una grande curiosità: il desiderio di conoscere il contenuto del vaso divenne così forte da spingere Pandora a trasgredire gli ordini di Zeus. La giovane aprì il vaso e da esso uscirono, con stupore e orrore di Pandora e degli uomini, spiriti maligni e creature mostruose.

Dal vaso uscirono il “vizio”, la “pazzia”, la “malattia” e la “vecchiaia”, la “gelosia” e la “crudeltà”. Da quel momento la vita degli uomini era destinata a cambiare per sempre: l’età dell’oro era finita, per dare inizio a guerre e sofferenze. Tutti questi mali iniziarono ad infestare il mondo dei mortali, per non lasciarlo più.
Sul fondo del vaso rimase la “speranza”: essa tuttavia non riuscì ad uscire in tempo, poiché Pandora, presa dal terrore, richiuse il vaso.

Jules Joseph Lefebvre - Pandora (1872)
Il mito del “vaso di Pandora” si presta a molte interpretazioni diverse dal punto di vista psicoanalitico e non.
Il vaso rappresenta il contenitore metaforico di tutti gli aspetti repressi e rifiutati; prima della sua apertura, l’umanità viveva protetta e felice in una mitica età dell’oro. L’apertura del vaso indica la necessità di una nuova sintesi tra aspetti accettati e altri rifiutati della psiche.
In quest’ottica, in continuità con il significato popolare dell’espressione “aprire il vaso di Pandora”, possiamo considerare l’azione della curiosa Pandora come una metafora dell’analisi: se le difese inconsce tentano di relegare dentro al vaso tutto quanto nella nostra vita psichica e pulsionale è inquietante, perturbante e minaccioso, così l’analisi cerca una nuova sintesi capace di integrare quanto è stato rifiutato.
La curiosità di Pandora è allora la curiosità dell’analizzante verso il proprio inconscio: proprio come Pandora, nessuno sa cosa possiamo trovare nell’inconscio. Come sottolinea Lacan, “l’inconscio è il capitolo censurato” della nostra storia.
Nel mito, l’apertura del vaso ha un effetto traumatico: il ritorno del rimosso avviene in modo torrenziale e distruttivo, segnando un vero e proprio spartiacque. L’umanità che ha dimenticato il dolore lo vede tornare tutto insieme, in una volta sola.
Per questo la repressione non è un processo difensivo risolutivo nei confronti della sofferenza psichica: scappare dal dolore non lo cancella, ma si limita a rimandare la resa dei conti.
Aprire il vaso significa farsi carico della sofferenza della vita e di quanto l’Io e la Società considerano inaccettabili nell’uomo: desideri, impulsi, aggressività e sessualità, conflitti e traumi sono relegati nell’inconscio, per poi tornare nella forma del sintomo, del lapsus, del sogno e dell’atto mancato.
La curiosità di Pandora chiude un tempo mitico, permettendo la nascita di una nuova umanità, chiamata alla responsabilità di prendersi cura del proprio lato oscuro. È il “desiderio di sapere”, tanto per Pandora quanto in analisi, a mettere in moto l’uomo; se da una parte questa ricerca può portare all’emergere della sofferenza, dall’altra sul fondo rimane la speranza che la ripetizione venga spezzata lasciando posto al nuovo.
Per questo, il mito di Pandora continua ad essere affascinante e carico di significato: a livello individuale e collettivo questo racconto ci segnala l’importanza di affrontare gli aspetti più spigolosi e dolorosi dell’esistenza, senza reprimerli e nasconderli.
Il racconto di Pandora mostra la necessità di fare luce sul nostro personale vaso, così da dare vita ad un soggetto nuovo, capace di fare a meno del vaso come barriera dal dolore di vivere.

Per approfondire:
-Esiodo – Opere e Giorni;
-Cancrini - Il vaso di Pandora. Manuale di psichiatria e psicopatologia;
-Natalie Haynes - il Vaso di PANDORA. le Donne nel Mito Greco.
La storia di Pandora si colloca nel più ampio terreno dell’origine del cosmos greco. Il mito della giovane e del suo vaso ha lo scopo di spiegare l’origine del male e della sofferenza nella vita umana. In questo senso, il racconto di Pandora presenta delle significative risonanze con il mito della Genesi e la tentazione del serpente presso l’albero della conoscenza.
Ecco un nodo fondamentale: esiste un legame tra il sapere e la sofferenza. L’analisi è una ricerca di sapere che nasce dalla sofferenza; così l’uomo da sempre cerca di conoscere l’origine del dolore e di esplorare il mistero della morte. Nel mito, è il desiderio di sapere a introdurre nel mondo la sofferenza.
In questa concezione possiamo vedere tutto il potere ingenuo della cecità simbolica che attraversa il mito: la sofferenza preesisteva all’azione di Pandora; semplicemente era relegata nel vaso. Pandora costituisce quindi una tappa necessaria per raggiungere una sintesi soggettiva superiore, nella quale l’uomo possa essere responsabile anche del proprio dolore, facendo proprio l’inaccettabile.
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