IL MITO DI DIANA E ATTEONE
- riccigianfranco199
- 16 mag 2023
- Tempo di lettura: 1 min
Nel mito greco di Diana e Atteone, il cacciatore fa di tutto pur di vedere Diana e le ninfe che la circondano.
La tragica conclusione della vicenda vede Atteone trasformato in cervo e divorato dalla sua stessa muta di cani.
Questo mito ci mostra il particolare rapporto che intercorre tra la verità e l’analisi.
Un certo ideale Freudiano vede nell’analisi la ricerca della verità e i casi clinici di Freud ce lo mostrano chiaramente.
Gli studi della linguistica e l’opera di Lacan ci indicano tuttavia che, per la struttura stessa del linguaggio, la verità non si può mai dire tutta: vi è un’impossibilità per le parole di afferrare la pulsione, il nocciolo duro di godimento in fondo ad ogni sintomo.
Anzi, è proprio una certa distanza dalla verità a rendere la vita umana abitabile, separata dall’insostenibile vicinanza alla Cosa.
Per questo “Lacan criticava l’analista mosso dall’amore per la verità, Freud aveva questo amore per la verità, non era indifferente al fatto che si andasse a stanare la verità nell’inconscio della direzione che vi imprimeva alle sue cure. Lacan ha posto la scelta dell’analista non nell’amore per la verità ma in quello che gli ha chiamato “desiderio dell’analista”, il desiderio che sceglie di mettere a maggior distanza possibile l’ideale dalla causa, senza andare ad imbrogliarsi troppo a senso unico con la verità.
Il desiderio dell’analista è una scelta etica che fin dall’inizio si fa sentire…Se c’è una cosa su cui l’analista non deve mai acconsentire è sul “non ne voglio sapere” e qui sta la scelta dell’analista che orienta la cura”.
Tratto da
Maurizio Matteotti - il deserto della verità
Pag.36

Nella foto: Diana e Atteone - Bernardino - Collezione di Villa Borghese, Roma
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