IL DRAMMA DI OPPENHEIMER
- riccigianfranco199
- 28 ago 2023
- Tempo di lettura: 4 min
“Ora sono diventato morte, il distruttore di mondi”
(tratto dal “Bhagavadgītā”, “Canto del divino”, testo sacro induista, IV sec. A.C.)
così Oppenheimer commentò l’esplosione del primo ordigno nucleare della storia, nel deserto del New Mexico.
La figura di Robert J. Oppenheimer è centrale nella storia del Novecento. Geniale scienziato, specialista nel campo della meccanica quantistica e della fisica moderna, ha diretto il “Progetto Manhattan”, il progetto militare segreto che ha portato alla sviluppo della bomba atomica.

La sua figura è ricca di contraddizioni, torsioni, insicurezze e svolte.
Negli anni della sua formazione, dovette abbandonare Cambridge: l’ira verso un professore, amato ma severo, lo portò ad un passo dall’omicidio; dopo aver avvelenato una mela, si pentì prima che fosse troppo tardi.
Questo evento lo portò ad incontrare la psicoanalisi: per almeno due anni Oppenheimer si sottopose ad un’analisi, per sondare le ragioni profonde della propria sofferenza.
Le sue scoperte su nuclei e particelle atomiche lo portò a guidare il gruppo di scienziati e militari che progettò e costruì la bomba atomica, poi utilizzata sul Giappone ad Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945.

Il celebre fungo, frutto dell'esplosione della bomba che distrusse la città giapponese di Hiroshima il 6 agosto 1945. La bomba era soprannominata "Little Boy"
Nel suo ultimo film, ora nelle sale, Christopher Nolan indaga la personalità sfaccettata di Oppenheimer, segnata da aspetti tra loro conflittuali, incompatibili, proprio come accade nella fisica quantistica.

Il celebre attore irlandese Cillian Murphy, interprete del ruolo del protagonista nel film di Nolan "Oppenheimer" (2023)
Di simpatie socialiste, accettò di lavorare per il Governo degli Stati Uniti per sconfiggere la Germania e impedire che i tedeschi costruissero per primi l’arma atomica; tuttavia, dopo la fine della guerra in Europa non si oppose al completamento del progetto e all’uso della bomba sul Giappone, ormai isolato e prossimo alla sconfitta. Nell'estate del 1945, furono molti gli scienziati, alcuni dei quali parte del team del "Progetto Manhattan", che levarono la loro voce contro lo sviluppo dell'arma atomica in assenza di un nemico letale come la Germania Nazista.

"Jumbo", il primo ordigno, durante la preparazione del test "Trinity", nel deserto del New Mexico.
Sconvolto dagli effetti della bomba sui civili delle città giapponesi distrutte, Oppenheimer decise di opporsi allo sviluppo di armi atomiche sempre più potenti, in particolare della bomba all’idrogeno.
Tuttavia, la “Guerra Fredda” era ormai iniziata e gli Stati Uniti avevano un nuovo nemico da sconfiggere: gli ex alleati dell’Unione Sovietica.
La “svolta pacifista” di Oppenheimer non venne perdonata dalla politica e da parte dell’opinione pubblica: la sua figura e la sua credibilità come scienziato vennero messe in dubbio, con accuse di spionaggio e di simpatie comuniste; dopo una lunga inchiesta, il nome di Oppenheimer venne prima infangato e alla fine riabilitato.
Era l’epoca della “caccia alle streghe” del Maccartismo: un epoca oscura della politica americana, nella quale la ricerca di spie e di nemici comunisti portò al diffondersi, a macchia d’olio, di una paranoia incontrollata, capace di portare a processo innocenti per il semplice sospetto di "simpatie socialiste".

Joseph Raymond McCarthy, senatore repubblicano degli anni Cinquanta, "padre" del Maccartismo.
La speranza di porre fine per sempre alla guerra si trasformò in un profondo senso di colpa per aver dato il via ad un’incessante corsa agli armamenti, che ha portato alla costruzione di armi sempre più potenti, capaci di cancellare ogni forma di vita.
L’uomo che sperava di porre fine ai conflitti aveva in realtà creato le condizioni per cancellare per sempre l’umanità dalla faccia della terra.
Nel film di Nolan, la figura di Oppenheimer è tratteggiata come quella di un uomo incapace di prendere una posizione netta nei momenti decisivi della propria vita: solo l’ambizione sarebbe stata in grado di orientarlo.

La locandina del film
L’unica scelta compiuta infatti, accettare la guida del “Progetto Manhattan”, lo avrebbe poi portato nella terribile posizione di colui che, volendo la pace, ha creato la suprema arma di distruzione.
Al personaggio di Oppenheimer, Nolan contrappone la figura di Einstein, promotore di appelli per la pace e lo stop alle armi atomiche, che si rifiutò di collaborare allo sviluppo della bomba.
Accusato, nel film, dagli altri scienziati di non aver capito la portata delle proprie scoperte, Einstein emergerà lungo la pellicola come l’unico davvero consapevole della portata mortale per l’umanità dell’atomica.

Per approfondire:
-Bird e Sherwin - Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica: il trionfo e la tragedia di uno scienziato;
-Franco Fornari, Psicoanalisi della guerra atomica;
Come sottolinea lo psicoanalista Massimo Recalcati, nell’arma atomica possiamo vedere l’incarnazione più pura della pulsione di morte: lungi dall’offrire qualsiasi prospettiva davvero pacifica, l’esistenza stessa dell’arma nucleare richiama l’angosciante prospettiva del suo uso.
Come sottolineato da Albert Einstein, qualsiasi guerra atomica lascerebbe dietro di sé solo un pianeta desertico e inabitabile, inospitale per ogni forma di vita.

Albert Einstein
Tuttavia, come sottolinea il filosofo Umberto Galimberti, nel suo saggio “L'uomo nell'età della tecnica”, non vi è alcuna etica nel progresso scientifico: è semplicemente il fatto che un certo sviluppo sia possibile a renderlo perseguibile, raggiungibile dal sapere tecnico, guidato solo dall’idea dello sviluppo, della conquista del possibile.
Così, seguendo Galimberti, ci appare evidente come lo sviluppo tecnico e militare degli ordigni nucleari non sia che la diretta e mortifera conseguenza del principio di sviluppo stesso della tecnica, che nulla ha a che vedere con l’arbitrio umano, trovando piuttosto una propria ragion d’essere nella spinta della pulsione di morte.
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