FREUD E SCHOPENHAUER
- riccigianfranco199
- 15 mag 2024
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Arthur Schopenhauer è oggi considerato uno dei più brillanti ed influenti filosofi dell’Ottocento. La sua filosofia, a lungo oscurata dal successo di Hegel, è uno dei pilastri del pensiero moderno e della Psicoanalisi.

Arthur Schopenhauer
Freud stesso, in modo riluttante ed ambivalente, riconosce un certo debito nei confronti di Schopenhauer; in particolare, Freud afferma:
“Probabilmente pochissimi uomini hanno compreso che ammettere l'esistenza di processi psichici inconsci significa compiere un passo denso di conseguenze per la scienza e per la vita.
Affrettiamoci comunque ad aggiungere che un tale passo la psicoanalisi non l'ha compiuto per prima.
Molti filosofi possono esser citati quali precursori, e sopra tutti Schopenhauer, la cui "volontà" inconscia può essere equiparata alle pulsioni psichiche di cui parla la psicoanalisi. Si tratta del resto dello stesso pensatore che, con enfasi indimenticabile, ha anche rammentato agli uomini l'importanza, tuttora misconosciuta, delle loro aspirazioni sessuali.”
(Sigmund Freud – Una difficoltà della Psicoanalisi)

Sigmund Freud
Il concetto di “volontà vi vivere” di Schopenhauer supera l’esperienza del singolo, per esprimere l’universale spinta che Freud coglierà nelle pulsioni, di vita e di morte, orientate in modo ostinato e senza esitazioni, alla ricerca della propria soddisfazione.
Nella sua “Autobiografia”, Freud affermò:
“Io ho letto Schopenhauer molto tardi nella mia vita, e per un lungo periodo di tempo ho evitato di leggere Nietzsche, l'altro filosofo le cui intuizioni e scoperte coincidono spesso, in modo sorprendente, con i risultati faticosamente raggiunti dalla psicoanalisi; più che la priorità mi importava di conservarmi libero da ogni influsso esterno.”
Per Freud era necessario considerare la Psicoanalisi un nuovo campo del sapere, irriducibile alla filosofia: il suo intento era di ottenere il riconoscimento di questa nuova scienza come una pratica terapeutica e di ricerca inedita, distinta da altre forme di sapere.
Tuttavia, come lo stesso Freud riconosce, in Schopenhauer sono presenti molteplici spunti teorici che nella Psicoanalisi troveranno un’articolazione più ampia, dal punto di vista teorico e clinico. Tra questi, uno dei più affascinanti è il cosiddetto “Velo di Maya”, che Schopenhauer ricava dalla filosofia e religiosità induista.
Con “Velo di Maya”, Schopenhauer indica l’insuperabile distanza tra quanto percepiamo con i nostri sensi e la “cosa in sé”, l’oggetto percepito; secondo il filosofo, la nostra percezione del mondo è come ostacolata da un “velo”, che distorce e influenza la “rappresentazione” del mondo. Per questo, quanto ci appare non sarebbe che “sogno”, “illusione”, una mera costruzione distinta dalla realtà oggettiva.
Per descrivere il “Velo di Maya”, Schopenhauer scrive:
“è simile al sogno, allo scintillio della luce solare sulla sabbia che il viaggiatore scambia da lontano per acqua, oppure ad una corda buttata per terra ch’egli prende per un serpente”
In sanscrito, “Maya” può essere infatti tradotto come “illusione”. La concezione pessimistica di Schopenhauer giunge alla radicale sovrapposizione tra mondo interno e percezione del mondo esterno:
“vita e sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”
Il “Velo di Maya” di Schopenhauer trova una formalizzazione nel concetto di “fantasma inconscio” sviluppato dalla Psicoanalisi: il concetto di “fantasma” trova i primi echi in alcuni scritti di Freud, come “Un bambino viene picchiato” e una più sistematica esplorazione nell’opera di Jacques Lacan.

Jacques Lacan
La teoria del “fantasma” è utile per comprendere due concetti fondamentali della psicoanalisi: la ripetizioni e la pulsione.
Con “fantasma” intendiamo un vero e proprio “dispositivo infernale” che determina con quali “lenti” osserviamo il mondo; proprio come il “Velo di Maya”, il fantasma determina una distorsione che favorisce la ripetizione inconscia di agire e osservare la nostra vita.
È nella logica del fantasma inconscio che è possibile trovare la chiave della ripetizione che fa soffrire il paziente e del modo nel quale le pulsioni trovano la loro soddisfazione. Per questo, uno degli scopi dell’analisi è “costruire” il fantasma inconscio del paziente, per liberarlo dalla ripetizione che condiziona la sua vita.
Per approfondire:
- Arthur Schopenhauer – “Il Mondo come Volontà e Rappresentazione”;
- Sigmund Freud – “Un bambino viene picchiato”;
- Jacques Lacan – “Il Seminario – La logica del fantasma”.
Il rapporto tra Freud e la filosofia è fondamentale per comprendere le basi teoriche e la storia della Psicoanalisi. La Psicoanalisi trova le proprie radici proprio nel vivace mondo filosofico, sociale e culturale di fine Ottocento, animato dal dibattito tra idealismo, primato della scienza e positivismo.
La Psicoanalisi emerge come un “sapere ibrido”, frutto della contaminazione tra filosofia, linguistica, pratica clinica e neurologia. Conoscere gli autori che maggiormente hanno influenzato Freud costituisce quindi un passaggio necessario per approfondire la teoria analitica.
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