FREUD E L’AMERICA
- riccigianfranco199
- 17 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
“Portiamo la peste... e loro non lo sanno ancora”
(Sigmund Freud a Carl Gustav Jung)
Il 1909 è un anno cruciale per la storia della Psicoanalisi. Freud ha oramai costituito un solido gruppo di allievi, a Vienna e in diverse città d’Europa. Il dialogo epistolare con Carl Gustav Jung ha dato vita ad un sodalizio vivace, tanto da spingere Freud a vedere nello psichiatra svizzero un possibile “delfino”, suo erede alla guida del movimento psicoanalitico.
«Per come La conosco, Lei può meglio di chiunque altro continuare a portare a termine il mio lavoro.»
(Lettera di Freud a Jung del 7 aprile 1907)
L’anno successivo prenderà vita l’Internazionale di Psicoanalisi, con Jung come primo presidente.
Freud aveva ottenuto, dopo tanti rifiuti, i primi riconoscimenti accademici, venendo nominato nel 1903 “professore straordinario”: il padre della psicoanalisi già da anni si confrontava con l’ostilità del mondo accademico e con il serpeggiante razzismo antisemita.
Nel 1909, per i vent’anni della Clark University, Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sándor Ferenczi furono invitati per un ciclo di conferenze da Granville Stanley Hall, psicologo e presidente dell’Università, con sede a Worcester (Massachussets).
I tre si imbarcarono sul piroscafo George Washington, per la lunga traversata dell’Atlantico. Durante i giorni di viaggio, Freud e Jung erano soliti alternarsi reciprocamente nel ruolo di analista e paziente, analizzando ciascuno le parole dell’altro. Tuttavia, Freud, forse intimorito dal giovane collega, decise di sottrarsi, rifiutando di farsi analizzare “liberamente” da Jung. Freud infatti temeva che svelando i segreti della propria vita intima avrebbe compromesso la sua autorità agli occhi del giovane e promettente collega.

In alto da sinistra: Abraham A. Brill, Ernest Jones e Sándor Ferenczi;
in basso da sinistra: Sigmund Freud, Granville Stanley Hall e Carl Gustav Jung.
Freud era dubbioso sull’accoglienza delle sue teorie: “questi puritani – diceva – ci rimanderanno indietro appena scopriranno che al centro delle nostre teorie c’è il sesso”. Già in Europa molte voci scandalizzate si erano levate in aperta e moralistica opposizione alla psicoanalisi. Sbarcando, Freud affermò la celebre espressione: “portiamo la peste!”.
Hall era molto interessato alle ricerche di Jung sulle associazioni; sia Freud che Jung furono ricompensati con del denaro e con il titolo accademico di LL. DD. (dottori in utroque jure). Freud dedicò alcuni giorni a visitare luoghi spettacolari come le cascate del Niagara insieme ai suoi compagni; inoltre, negli Stati Uniti egli incontrò la sorella Anna, trasferitasi in America insieme al marito.
Freud era profondamente infastidito dai ritmi e dalle attitudini della società americana: un europeo, figlio della Vienna dell’Ottocento, a fatica poteva apprezzare il dinamismo economico dell’America in pieno decollo economico e commerciale.
Tuttavia si trattava di due mondi destinati a contaminarsi: le guerre mondiali, la crescita dei commerci e l’evoluzione dei trasporti saranno alla base del “contagio europeo” della cultura americana, giovane e in piena espansione.
Freud, insieme a Brill e Jones, visitò New York e il Metropolitan Museum. Una volta raggiunta l’Università, Freud tenne cinque conferenze: come ricorda il suo biografo Jones, Freud non era solito preparare appunti; interrogato sul tema della conferenza, Freud era solito affermare: “magari lo sapessi! Deciderà il mio inconscio di cosa dovrò parlare!”

Le cinque conferenze di Freud segnarono l’inizio della penetrazione della psicoanalisi negli Stati Uniti: la comunità analitica negli Stati Uniti iniziò a crescere, ricevendo un vivo impulso quando molti analisti fuggirono dall’Europa in guerra.
Allo stesso tempo, quel viaggio palesò i primi segnali di contrasto e conflitto tra il Maestro Freud e l’allievo Jung, destinato a segnare uno spartiacque nella storia della psicoanalisi.
Freud non tornò più negli Stati Uniti: l’età avanzata e la malattia resero sempre più difficili i suoi viaggi. Jung invece tornerà negli Stati Uniti negli anni Venti e negli anni Trenta, per i suoi studi di antropologia.
Per approfondire:
-Saul Rosenzweig - Freud, Jung, and Hall the King-Maker: The Expedition to America (1909): The Historic Expedition to America;
-Clint Miller - Freud in America: The Funniest Travel Story in the History of Psychology, Sex, and the Subconscious;
-Jones – Vita e opere di Sigmund Freud.

Statua in onore di Sigmund Freud presso la Clark University
Il viaggio di Freud negli Stati Uniti ha segnato l’inizio della diffusione della psicoanalisi oltre oceano. Proprio negli Usa la psicoanalisi troverà rifugio dalle guerre e dalle persecuzioni razziali che in Europa renderanno la vita impossibile a molti analisti perché ebrei.
Ancora oggi, alcune delle figure più eminenti della psicoanalisi internazionale, come Otto Kernberg, svolgono il proprio lavoro clinico e di ricerca negli Stati Uniti.
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