FREUD E DANTE ALIGHIER
- riccigianfranco199
- 7 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.»
(Inferno, I canto, vv.1-3)
Dante Alighieri è uno dei poeti e scrittori più noti di tutti i tempi. Considerato il padre della lingua italiana, è celebre per la sua “Commedia”, definita “Divina” dal Boccaccio. L’opera di Dante, scritta nel dialetto toscano di Firenze, è divisa in tre cantiche: l’inferno, il purgatorio e il paradiso. Nei cento canti che la compone, Dante incontra personaggi storici e mitici, affronta temi etici e religiosi. Nelle rime del Sommo Poeta troviamo un vero e proprio affresco della cultura e della società medievale.

Dante con la Divina Commedia (per esteso Dante col libro della Commedia, tre regni e la città di Firenze) è un dipinto a tempera su tela di Domenico di Michelino (1465)
La Divina Commedia nasce in un momento decisivo di crisi di Dante: l’opera è metafora di un percorso interiore di catarsi e ricerca della verità. Attraverso la discesa agli inferi, il passaggio nel Purgatorio e l’ascesa al Paradiso, fino alla contemplazione della Trinità.
Dante affronta un “Itinerarium mentis in Deum”, un viaggio immaginario; il tema del viaggio è ripreso da Freud: nel tentativo di trovare delle efficaci metafore per descrivere l’inconscio come territorio inesplorato, il padre della psicoanalisi, ha fatto esplicito riferimento all’opera di Dante.
Ernst Blum, paziente di Freud, ha redatto delle memorie nelle quali ha riportato delle osservazioni di Freud:
“L'analista non diventa il “padre come destino”, bensì l’accompagnatore soccorrevole (Virgilio – Dante)... il maestro non è un castratore, ma guida l’adepto, fiducioso e sicuro (Virgilio – Dante)… attraverso i pericoli e le paure”

Freud rappresenta l’analista come un “poeta”, elevando l’analisi a “poesia”.
Prosegue Blum:
“Da quale spirito era formata l'analisi di Freud e dove spingeva questo spirito risulta evidente dalla storia di Dante e Virgilio che Freud racconta a Blum a proposito della guida e della prospettiva della sua analisi, perché dopo l'inferno e il purgatorio Freud-Virgilio intende rimanere indietro e deve poi lasciare a sé stesso l’analizzando-Dante nel momento di intraprendere l'ultima parte della sua peregrinazione”
Nel percorso stesso di nascita della teoria psicoanalitica, Freud avrebbe trovato in Fliess una sorta di Virgilio, di guida che lo sostenesse nei momenti di difficoltà. È l’ipotesi che l’analista Marina D’Angelo sostiene nella sua opera “I viaggio di Freud in Italia”:
“Come Dante in Virgilio, Freud nel 1897 aveva cercato e trovato in Fliess un compagno di viaggio nel difficile cammino dell'autoanalisi. Due anni dopo, nel 1899, Freud aveva completato una parte considerevole del suo lungo percorso di conoscenza ed era finalmente in grado di assumere la funzione illuminante di Virgilio e di guidare i suoi lettori attraverso l'interpretazione dei sogni”
Freud stesso, nel redigere questo testo decisivo, aveva utilizzato il motto di Virgilio: “Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo”.
L’analisi è infatti paragonata ad una “discesa agli inferi” del paziente, accompagnato da una guida che, a propria volta, ha fatto esperienza del proprio inconscio.
Così come è la forza di volontà di Dante a rendere possibile il suo viaggio nei tre ordini, Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Nelle bolge infernali, il Poeta farà esperienza delle passioni, dei peccati e delle condanne che i peccatori devono subire. La Commedia ha un evidente scopo moralistico: il suo scopo è infatti spingere l’uomo a praticare la virtù. Ad Ulisse Dante fa pronunciare questi celebri versi:
“fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”
Proprio come in analisi, il viaggio di Dante ha per mira la verità: se per il Poeta è in gioco la verità universale della Fede e di Dio, motore immobile al centro del Paradiso, in analisi abbiamo in gioco una realtà “infernale”, fatta del crogiolo inconfessabile di desideri, pulsioni e pensieri rimossi.

"La barca di Dante" di Eugène Delacroix (1822)
L’analista – Virgilio ha quindi lo scopo di accompagnare l’analizzante per i gironi del proprio inferno interiore, senza mai sostituirsi ad esso nel proprio viaggio, fino all’emergere della verità inconscia.
Per approfondire:
-Franco Bruschi - “Dante precursore di Freud. Riflessione psicologica sulle cantiche dantesche rivolta alle giovani generazioni.”
-Mario Pigazzini - “Freud va all’Inferno”;
L’opera di Dante ha un ruolo centrale nella cultura occidentale e medievale. Avendo profondamente amato l’Italia e il tema del viaggio, non ci possiamo stupire di come la “Commedia” sia stata per Freud una fonte di ispirazione.
La presenza dell’accompagnatore Virgilio come metafora dell’analista ci mostra la peculiare posizione dello psicoanalista: una “guida che segue”, senza sostituirsi al paziente nel proprio lavoro con l’inconscio, ma, allo stesso tempo, senza lasciarlo solo davanti all’angoscia delle proprie contraddizioni.
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