COME SI ASSUME IL GENERE?
- riccigianfranco199
- 16 mag 2023
- Tempo di lettura: 1 min
Dopo una prima esplorazione, cerchiamo di tratteggiare il percorso che porta ciascun essere umano ad assumere il proprio genere.
Come abbiamo visto, il genere, lungi dall’essere già deciso dalla natura o imposto dalla cultura, appare piuttosto dell’ordine dell’interpretazione del proprio essere sessuato.
Significa assumere un marchio, dandogli un senso che non aveva prima che lo facessimo nostro.
Le norme invece sono spesso un velo, capaci di rendere anonimo e piatto il maschile e il femminile, coprendo qualcosa di indicibile: non c’è contiguità tra sesso e genere, tra la fatticità del sesso e la contingenza del genere.
Diveniamo infatti “questo uomo” e “questa donna”, senza poter mai dire nulla dell’universale.
Se essere sessuato significa prima di tutto essere destinatario del desiderio dell’Altro, allora assumere il genere indica la modalità peculiare che abbiamo trovato per rispondere a questo desiderio.
Il legame con l’Altro fonda le nostre identificazioni, a parti
re da come abbiamo incontrato il maschile e il femminile.
Questo legame, questo marchio, va al di là della biologia e delle norme ed insiste, proprio per quel nocciolo duro del nostro essere che si ripete: la pulsione e la nostra modalità di godere.
L’incontro con il modo in cui l’Altro ha goduto di noi si incista nel fuori senso della pulsione, sottraendosi al tentativo di sradicamento operato da chi vorrebbe “educare” la pulsione.
Il rapporto col genere diviene allora sempre eccentrico, diverso per ciascuno, perché inserito nella nostra storia, negli incontri primordiali che abbiamo fatto con le espressioni del maschile e del femminile che abbiamo incontrato.
Per approfondire:
Clotilde Leguil - “L’Essere e il genere”

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