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ARCHEOLOGIA E PSICOANALISI

Come descrivere il funzionamento della psicoanalisi? Nel corso del suo lavoro, Freud ha cercato metafore che descrivessero in modo efficace l’analisi. I suoi numerosi viaggi, in Italia e in altri paesi europei, gli hanno offerto molte suggestioni, dalle quali Freud ha attinto a piene mani.


La visita degli scavi archeologici della città di Pompei ha avuto un grande effetto su Freud: l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. ha sepolto la città antica sotto un massiccio strato di ceneri e lapilli, facendola letteralmente sparire.

Per secoli, la città è rimasta sepolta, cancellata da quell’evento drammatico.


Gli scavi, voluti dal Re di Napoli Carlo III di Borbone a partire dal 1748, hanno riportato alla luce gran parte della città antica: sono emerse ville, case, edifici pubblici, portici, strade, affreschi e una grande quantità di reperti di ogni genere.

Come incapsulata, la città antica di Pompei ha offerto un’enorme quantità di informazioni sulla vita nell’epoca della Roma Imperiale.


Gli scavi dell'antica Pompei


Freud ha a lungo affermato la necessità di un lavoro di “costruzione”, o di “ricostruzione”, degli elementi rimossi del passato del paziente: a partire dalle tracce disponibili, è necessario, come lavoro preliminare all’analisi, ricomporre quanto manca nel racconto del paziente. Tuttavia non si tratta di semplice dimenticanza, ma di un processo psichico più complesso.

A livello inconscio infatti è presente un conflitto che determina la sparizione dalla coscienza di ricordi, eventi e pensieri vissuti come troppo dolorosi, inaccettabili o controversi.


Freud afferma che:

“Il lavoro di costruzione (dell’analista) o, se si preferisce, di ricostruzione, rivela un'ampia concordanza con quella dell'archeologo che dissotterra una città distrutta e sepolta un antico edificio.

I due lavori sarebbero in verità identici se non fosse che l’analista opera in condizioni migliori, dispone di un materiale ausiliario più cospicuo sia perché si occupa di qualche cosa che è ancora in vita e non di un oggetto distrutto sia, forse per un altro motivo…

Ma proprio come l'archeologo ricostruisce i muri dell'edificio dai ruderi che si sono preservati, determina il numero e la posizione delle colonne dalle cavità del terreno, e ristabilisce le decorazioni e i dipinti murali di un tempo dai resti trovati tra le rovine, così procede l'analista quando trae le sue conclusioni dei frammenti di ricordi, dalle associazioni, delle attive manifestazioni delle analizzato.”


Allo stesso modo, un altro vero e proprio evento storico ha colpito l’immaginazione di Freud: nel novembre del 1922 venne scoperta, nella Valle dei Re di Luxor, la tomba inviolata dell’antico Faraone Tutankhamon. Si tratta dell’unica tomba di un sovrano egizio trovata completa del suo corredo; perfino il sigillo della tomba era intatto!


La maschera funeraria di Tutankhamen


Nell’ “Uomo Mosè”, Freud infatti scrive:


“Inoltre c'è da tener presente che chi effettua uno scavo ha a che fare con oggetti distrutti di cui senza alcun dubbio pezzi grandi e importanti sono andati perduti a causa di enormi forze meccaniche, di incendi o di saccheggi.

Non c'è sforzo che possa riportare questi pezzi alla luce per ricomporli coi ruderi rimasti; l'unica cosa su cui si può fare affidamento sono le ricostruzioni, che, proprio per questo motivo, abbastanza spesso non possono andar oltre un certo grado di verosimiglianza.

La faccenda è diversa se si ha a che fare con l'oggetto psichico di cui l'analista vuol far emergere la storia passata. Qui si verifica invariabilmente ciò che per l'oggetto archeologico è accaduto solo in circostanze eccezionali e fortunate, come per esempio a Pompei e nel caso della tomba di Tutankhamen. Tutto l'essenziale si è preservato, perfino ciò che sembra completamente dimenticato è ancora presente in qualche guisa o da qualche parte, solo che è sepolto, reso indisponibile all'individuo.

Com'è noto, si può addirittura mettere in dubbio che una formazione psichica qualsivoglia possa davvero andar soggetta a completa distruzione. Se riusciremo o meno a portare compiutamente alla luce il materiale nascosto è soltanto un problema di tecnica analitica.”


Proprio come nel caso di Pompei, la tomba di Tutankhamon appare come una sorta di “capsula del tempo”: per millenni, la tomba è rimasta isolata, preservando fino ai giorni nostri ogni dettaglio. La tomba è quindi una straordinaria testimonianza del passato: al suo interno, tutto è rimasto come era nel momento della sua realizzazione.

Possiamo solo immaginare l’emozione di Howard Carter e della sua squadra nel momento della scoperta del tesoro nella tomba del Faraone, intatto dopo oltre 3000 anni.


Freud cita il caso della tomba del Faraone egizio per descrivere il funzionamento della difesa psichica chiamata “rimozione”: il conflitto psichico tra istanze incompatibili determina la rimozione della rappresentazione psichica legata ad un certo affetto;


Questo processo riflette la dinamica propria della mente secondo la teoria di Freud: le difese, componenti inconsce dell’Io, agiscono sui desideri consci e inconsci, rimuovendo le rappresentazioni incompatibili con le esigenze del Super Io o della Civiltà. Gli impulsi dell’Es, privati della rappresentazione a cui erano in origine associati, si trasformano, convertendosi in formazioni dell’inconscio: sogni, lapsus, atti mancati e sintomi.


Si tratta di “formazioni di compromesso” che possiamo descrivere come il resto psichico del conflitto inconscio. Queste rappresentazioni rimosse non sono cancellate, ma relegate lontano dalla coscienza: il lavoro analitico, sottolinea Freud, proprio come l’opera dell’archeologo, può far riemergere queste rappresentazioni, rimaste intatte.


Lo stesso può avvenire anche nel lavoro del lutto: se la ragione della sofferenza non viene elaborata dalla psiche, la “ferita” del lutto resta aperta, nonostante il passare del tempo.


Freud afferma quindi che non è il solo passare del tempo che può cancellare le ferite o le tracce di quanto è considerato inaccettabile: c’è un lavoro psichico che ha come scopo la repressione e un lavoro psichico che invece permette di superare lutti e traumi. Se il primo è spesso inconscio, il secondo invece richiede un lavoro attivo.


La scoperta di Freud è quindi la differenza tra tempo cronologico e tempo psichico: lo scorrere del tempo non ha infatti alcun valore a livello dell’inconscio (che è invece atemporale).


Se il riemergere dell’inconscio in quanto rimosso assomiglia alle scoperte degli archeologi, Freud sottolinea una differenza fondamentale tra la mente e quanto invece accade negli scavi archeologici: il ruolo della ripetizione. Il passato “non passa”, condannando la vita del paziente alla ripetizione della medesima sofferenza.


Quanto accaduto un tempo tende ad accadere di nuovo, con la stessa dinamica. Sotto lo sguardo dell’analista, nel transfert, il passato del paziente prende di nuovo vita, attualizzandosi nel presente dell’analisi.


Per approfondire:

-Sigmund Freud – L’uomo Mosè;

-Sigmund Freud – Costruzioni nell’analisi;

-Christina Riggs – Vedo cose meravigliose. Come la tomba di Tutankhamon ha plasmato cento anni di storia.


«Riuscite a vedere qualcosa?

Sì, cose meravigliose!»


(Dialogo tra Howard Carter e Lord Carnarvon)


Se la scoperta della tomba di Tutankhamon ha suscitato negli esploratori e negli archeologi un vissuto di stupore e meraviglia, l'emergere dei contenuti inconsci suscita spesso un affetto ben diverso: l'angoscia.


Lo stesso Freud aveva sottolineato, in una sua prima formulazione, il ruolo dell'angoscia come "segnale" legato al ritorno del rimosso.


In seguito, sarà Lacan a ricollocare l'angoscia come effetto di un eccesso di presenza, di vicinanza eccessiva e reale, di "Das Ding", la "Cosa" freudiana del primo originario e mitico soddisfacimento pulsionale.


L'esperienza, mitica, della prima soddisfazione ha quindi un doppio statuto: da una parte è inseguita, come unica soluzione all'insoddisfazione strutturale del desiderio; dall'altra, la possibilità stessa di replicare quest'esperienza è fonte di angoscia.


Come osserva Lacan, non c'è nulla di peggio che realizzare integralmente ogni desiderio!



 
 
 

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