JACQUES LACAN E L’“ORIGINE DU MONDE”
- riccigianfranco199
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“L’Origine du monde” di Gustave Courbet è uno dei dipinti più scandalosi e noti nella storia dell’arte. Prima di Courbet, le altre rappresentazioni anatomiche femminile avevano solo uno scopo descrittivo anatomico; ne sono un esempio le raffigurazioni di Leonardo del 1510.
L’opera era stata commissionata nel 1866 dal diplomatico ottomano Khalil Bey; la perse due anni dopo, a causa del gioco d’azzardo, che costrinse il diplomatico a mettere all’asta la sua collezione.

Tuttavia, “L’Origine du monde” non era tra le opere in vendita; l’opera quindi scomparve per 44 anni, fino al 26 novembre 1912, quando una certa “Madame Viale” vendette un dipinto di Courbet alla galleria Bernheim-Jeune a Parigi. Quel dipinto è descritto nel contratto di vendita come un “paesaggio—riva del mare (castello-fortezza)”.
In realtà era anche la copertura di un contenitore che nascondeva “L’Origine du monde” (già il suo primo proprietario, Khalil Bey, era solito nascondere il quadro sotto un velo verde, per sottrarlo alla vista degli spettatori).
Nel giugno 1913, Hatvany acquistò entrambe le opere dalla galleria.
I tesori di Hatvany sopravvissero alla rivoluzione ungherese del 1918. Confiscati dal governo, i capolavori furono restituiti al proprietario dopo la caduta della repubblica rossa.
Durante il periodo tra le due guerre, la villa di Hatvany era un luogo di ritrovo per artisti e visitatori illustri a Budapest, tra cui Thomas Mann.
Tutto cambiò negli anni ’30, quando l’Ungheria cadde sotto l’influenza della Germania. Nel 1942, dopo il primo bombardamento di Budapest da parte degli Alleati, Hatvany comprese finalmente il pericolo per la sua collezione. Depositò oltre 300 capolavori della collezione nelle casseforti di tre banche di Budapest, a nome di due dipendenti.
Il destino dei dipinti rimase misterioso fino alla fine della Guerra Fredda. Solo durante la perestrojka, alla fine degli anni ’80, si scoprì che alcuni tesori di Hatvany erano nascosti in un museo in Russia.
I tentativi di Hatvany e degli ufficiali ungheresi di persuadere l’amministrazione militare sovietica a recuperare i capolavori rubati non ebbero successo. Nel 1946, Hatvany fu contattato da un ufficiale sovietico, apparentemente ungherese di nascita. L’ufficiale disse al barone che era disposto a restituirgli i dipinti in cambio di un’adeguata ricompensa.
Hatvany riscattò dieci tele, “liberate” dalle casseforti delle banche di Budapest dalle truppe sovietiche, tra cui “L’Origine du monde” di Courbet.
L’anno successivo, Hatvany lasciò l’Ungheria. Gli fu concesso il permesso ufficiale di esportare un solo dipinto della sua collezione, un’opera priva di valore artistico secondo i funzionari culturali. Si trattava proprio di “L’Origine du monde”. Hatvany trascorse gli ultimi anni a Parigi e in Svizzera.
Nel 1955, “L’Origine du monde” fu venduta all’asta per 1,5 milioni di franchi. Il nuovo proprietario fu lo psicoanalista Jacques Lacan.
L’opera è stata probabilmente acquistata da Jacques Lacan e sua moglie Sylvia Bataille nel 1955 grazie all’aiuto del pittore André Masson e di George Bataille.
Nella sua casa di campagna Lacan, in una dependance che aveva trasformato in studio, era solito mostrare ai suoi ospiti “il suo Courbet” con un rituale molto preciso: Lacan teneva infatti l’opera nascosta dietro ad un pannello scorrevole incastrato nella cornice.
Lacan molto orgoglioso della sua opera, che sicuramente ha mostrato ad artisti come Pablo Picasso e Marcel Duchamp.
Oggi si trova al Musée d’Orsay.

Tutti hanno voluto “nascondere” il quadro a sguardi indiscreti; perché? In gioco non c’è solo l’anatomia di un corpo, ma la dimensione pulsionale del vedere e il divieto che la regola. L’opera mette al centro proprio lo sguardo e la posizione soggettiva di chi osserva.
Si tratta di un quadro o di una finestra aperta su un momento di intimità? Siamo semplici osservatori o involontari voyeur?
L’articolo completo è disponibile sul sito.
Per approfondire:
- Gallimard – Centre Pompidou-Metz – “Lacan Expo”;
- Fabrice Masanès – “Gustave Courbet 1819-1877: The Last of the Romantics: Unsentimental Realism”;
- Gustave Courbet - “Il realismo. Lettere e scritti”.
Nell’opera di Courbet è in gioco il vedere proprio quello che non si può vedere, che dovrebbe rimanere occultato allo sguardo; non si tratta di un’opera anatomica, perché il soggetto è ritratto in modo volutamente sensuale.
Proprio per questo lo sguardo rivolto all’opera diviene uno sguardo erotizzato, involontariamente catturato dalla pulsione; ci rivolgiamo al quadro per vedere un’opera e ci ritroviamo nella posizione di un voyeur, di colui che spia il godimento dell’altro.



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