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ETTORE

Tra gli eroi narrati da Omero nell’Iliade, la figura di Ettore occupa un posto d’eccezione. Figlio del Re di Troia Priamo, Ettore è il principale guerriero dell’esercito troiano.


Ettore incarna il prototipo dell’eroe tragico per eccellenza: l’eroe combatte per la sua città senza risparmiarsi e senza cedimenti, pur essendo, nelle fasi finali del conflitto, consapevole del destino di distruzione che le divinità dell’Olimpo hanno deciso per i troiani.


In particolare, Ettore è descritto da Omero come un guerriero pieno di virtù: nobile d’animo e d’aspetto, l’eroe troiano assume nella sua figura tutti i tratti del perfetto nobile della Grecia arcaica; Ettore è infatti “kalos kai agatos”, bello e nobile nei pensieri e nei comportamenti.


Ettore incarna l’archetipo junghiano dell’“eroe”: dedito alla sua causa, diviene nodo tra esistenza singolare e collettiva; il suo sacrificio supera la dimensione individuale, divenendo simbolo della sua Collettività. Per questo, la caduta di Ettore precede la caduta della Città. La morte di Ettore è la morte di Troia, senza l’Eroe alla Città non resta alcuna speranza.


Il momento di massimo trionfo di Ettore corrisponde al duello con Patroclo: i due combattono senza risparmiarsi, ad armi pari e senza un chiaro vincitore; è l’intervento della divinità ad assegnare la vittoria al guerriero troiano.


Il momento più tragico della sua parabola vede invece Ettore soccombere sotto la lancia e la spada del Pelide Achille, il guerriero più forte e nobile degli Achei.

Prima di questo momento decisivo, Ettore è protagonista di un episodio celebre e commovente: carico della sua armatura, prima di scendere sul campo di battaglia, l’eroe saluta la corte di Troia, il Padre, la moglie Andromaca e il figlioletto Astianatte.

Il piccolo, alla vista dell’armatura del padre e del cimiero dell’elmo, si spaventa e piange; Ettore, alla vista del figlio in lacrime, si commuove e pronuncia per il figlio, un augurio divenuto immortale:


“Zeus e voi altri dei, rendete forte questo mio figlio. E che un giorno, vedendolo tornare dal campo di battaglia, qualcuno dica: È molto più forte del padre”



Davanti alla rovina personale, della Città e del suo popolo, l’augurio del Padre per il figlio è di superarlo, di non essere la mera copia del padre, ma di superarlo, di diventare ancora più grande.


Il desiderio del Padre per il Figlio, come sottolinea Zoja, è non solo di assumere l’eredità della propria stirpe, ma di dare ad essa una forma nuova, personale: una nuova interpretazione dello stesso, un vero e proprio superamento del Padre.


La figura di Ettore, eroe tragico per eccellenza, emerge nelle ultime pagine dell’Iliade nella sua profonda e disperata umanità, rendendolo umano e vicino.


Per approfondire:

- Omero, Iliade;

-Luigi Zoja, Il gesto di Ettore


La figura di Ettore è stata capace di ispirare generazioni di poeti, artisti e scrittori: modello ideale del nobile sconfitto e destinato alla rovina, l’eroe troiano fa dell’assunzione del proprio destino un’opera di coraggio e dedizione alla propria causa.


"Compianto di Andromaca sul corpo di Ettore" di David


Per questo, la figura di Ettore è allo stesso tempo commovente e capace di suscitare ammirazione: la sconfitta e l’osceno trattamento del corpo da parte di Achille non ne scalfiscono il valore, rimarcandone solo la grandezza.

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