ERACLITO
- riccigianfranco199
- 28 lug
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Il filosofo e Eraclito nasce ad Efeso nel 535 a.C. Considerato uno dei maggiori filosofi pensatori socratico, è considerato un pensatore oscuro e criptico, di difficile interpretazione per il suo stile ora colare e per la frammentarietà della sua opera.
“altro non vedo che di venire. Non lasciatevi ingannare! Dipende dal vostro corto sguardo, non dall’essenza delle cose, che voi crediate di vedere in un qualche luogo una terraferma nel mare del divenire del trascorrere. Adoperati i nomi delle cose come se avessero una stabile durata: ma anche il fiume in cui incontrate per la seconda volta non è lo stesso della prima.”
Per il filosofo, l’essenza della realtà è appunto soltanto un agire e che per essa non esiste alcun altra specie di essere, in senso inteso in senso assoluto. Per Eraclito ogni reale è precario: al centro c’è l’azione e il divenire tutto ciò avviene secondo delle polarità, antitetiche tra loro e tendenti a ricongiungimento ogni qualità infatti secondo il filosofo è in continuo divenire e ciò avviene attraverso una costante divaricazione in opposti tra loro in perenne tensione.
Come sottolinea il filosofo tedesco, Nietzsche:
“il miele è, secondo Eraclito, amaro e dolce al contempo, e il mondo stesso è un’anfora da mistura che deve essere di continuo agitata. Dalla guerra dei contrari nasce ogni divenire: le qualità determinate che ci appaiono come durevoli esprimono solo la momentanea preponderanza di un lottatore, con ciò tuttavia la guerra non è mai finita, questo lottare si protrarrà in eterno. Tutto avviene secondo questa contesa, e appunto questa contesa manifesta l’eterna giustizia.”
Al divenire si oppone la rappresentazione come tentativo di arrestare il continuo movimento.
Continua l’antico filosofo greco:
“la contesa dei molti essa stessa la pura giustizia! E in genere: l’uno è il molteplice. Che cosa sono, infatti, tutte queste qualità secondo l’essenza loro? Sono dèi immortali? Sono sostanze separate, agenti per sé dall’inizio e senza mai fine?”

Sotto il velo della rappresentazione si dischiude un movimento continuo, una “dunamis”, una dinamica priva di equilibrio stabile.
La concezione eraclitea della dinamica come vero animo stabilmente instabile della realtà costituirà un polo al quale la filosofia contrapporrà la continuità, più o meno eterna, della rappresentazione come immagine che blocca il movimento.
Anche in psicoanalisi, una volta superato il livello delle rappresentazioni, delle immagini considerate stabili e continue dell’identità, emerge il conflitto come condizione perenne della vita psichica.
Freud infatti costruisce una teoria basata sulla dimensione dinamica dei rapporti tra le diverse istanze, mai statiche.
Anzi, l’arresto del movimento sarebbe l’esito finale dell’azione della pulsione di morte, coincidente con la fine della vita stessa.
Possiamo dire che scopo dell’analisi è il fare i conti con la perenne dinamicità della vita psichica, accettando l’impossibilità di definire, cioè arrestare, bloccare, inchiodare, in maniera conclusiva la propria identità e il reale che la attraversa.
Per approfondire:
-Friedrich Nietzsche – “La filosofia nell’età tragica dei greci”;
-Eraclito – “I frammenti e le testimonianze”;
-Sigmund Freud – “Al di là del principio del piacere”.
La filosofia di Eraclito costituisce uno dei primi sistemi di pensiero completi ed articolati della storia della filosofia. Natura criptica ed esoterica rappresenta un tratto distintivo dello stile del filosofo.
Eraclito ha cercato di andare aldilà della dimensione apparente dell’esperienza, per cogliere i tratti essenziali della realtà.
Per questo il filosofo è stato così apprezzato dai pensatori successivi e contemporanei: con Eraclito, come sottolinea Nietzsche inizia il rapporto tra rappresentazione e realtà delle cose.



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